Troppo caldo a scuola? A rischio i risultati nelle prove di matematica degli studenti: lo dice Banca d’Italia

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Un recente studio condotto da Alessandro Palma, Daniela Vuri e Rosario Ballatore, commissionato dalla Banca d’Italia, evidenzia come le alte temperature, superiori ai trenta gradi, influenzino negativamente le performance scolastiche.

Il fenomeno, che si sta affermando come “nuova normalità”, è particolarmente rilevante considerando i cambiamenti climatici in corso.

Analizzando i dati delle prove Invalsi dal 2012 al 2017 e correlandoli con quelli meteorologici, gli studiosi hanno tracciato un chiaro legame tra calore estremo e calo nelle prestazioni accademiche. I risultati rafforzano le evidenze già emerse negli Stati Uniti, sottolineando l’importanza di studiare l’impatto ambientale sull’educazione.

Il caldo sembra influenzare maggiormente le prove di matematica, con una riduzione delle performance due volte maggiore rispetto a quelle di italiano. Inoltre, si rileva un impatto significativo sul benessere psicologico degli studenti, aumentando la pressione psicologica e l’ansia durante i test.

Le implicazioni di questo fenomeno non sono solo accademiche. La Banca d’Italia sottolinea come le variazioni climatiche influiscano sull’economia e sulla società, con conseguenze dirette sullo sviluppo del capitale umano e sul reddito nel corso della vita.

Il caldo non colpisce uniformemente il territorio italiano, creando potenziali disuguaglianze nelle performance accademiche tra Nord e Sud. Per affrontare questa sfida, gli studiosi propongono di aggiustare i punteggi dei test basandosi sull’esposizione alle temperature estreme e di migliorare gli standard dell’edilizia scolastica, con particolare attenzione all’isolamento termico e all’installazione di impianti di aria condizionata.

LO STUDIO [PDF]

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