Troppe supplenze, UE apre nuova procedura di infrazione. I concorsi rimandati al 2020 e fenomeno MAD. E’ emergenza

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Quante saranno le supplenze per l’anno scolastico in corso? Ogni giorno un vero e proprio bollettino di guerra sui posti vacanti che andranno ai docenti supplenti, anche senza abilitazione e fuori dalle graduatorie.

I numeri del bollettino

Non manca giorno in cui non viene segnalata una cospicua mancanza di docenti in questa o quella regione, in questa o quella città.

Record anche per i docenti il sostegno che quest’anno vedrà circa 60mila docenti non abilitati, senza specializzazione specifica, che si occuperanno di studenti con handicap.

In liguria le cattedre vuote saranno 700, 300 nella sola Genova. Nelle Marche i posti vuoti saranno più di mille, mentre in Lombardia (regione che ha sempre sofferta la carenza degli insegnanti) mancano 13mila insegnanti. In Veneto la carenza è di 8mila, di cui 2284 di sostegno. In Sardegna il vuoto riguarda 700  posti, mentre in Campania (la carenza riguarda anche il Sud) i posti vuoti sono 900 e nella sola Piacenza mancano 500 insegnanti.

Quanti saranno i posti vuoti nel complesso? Al momento si può soltanto ipotizzare. Parrebbe certo un numero superiore a 150mila, cifra che potrebbe avvicinarsi anche ai 200mila. Un vero e proprio record.

Fenomeno MAD

Molte di queste supplenze, inoltre, andranno a docenti privi di qualsiasi abilitazione e a volte anche di esperienza. Ogni giorno le scuole vengono “bombardate” da migliaia di email di aspiranti docenti che si candidano per i posti vacanti e che non potranno essere coperti da docenti provenienti da graduatorie. Le mail, come ci segnalano, sono talmente tante che le scuole si stanno attrezzando con propri strumenti per evitare la congestione delle caselle di posta, ed in particolare delle PEC.

Lo scorso anno sono state 10mila le supplenze assegnate tramite MAD, quest’anno la cifra sarà sicuramente polverizzata.

Perché mancano docenti?

Stipendi  bassi, ruolo sociale, si può assegnare a queste motivazioni il calo di “vocazione”? E’ certo che gli stipendi dei docenti non allettano, soprattutto in quelle regioni del Nord in cui si concentra la quasi totalità degli investimenti statali e le opportunità di lavoro si sprecano, magari con possibilità di carriera e di stipendi più soddisfacenti. Diversa è la situazione del Sud, dove gli investimenti negli ultimi anni sono pari a zero e dove la popolazione è costretta ad orientarsi verso lavori statali e ad emigrare per trovare lavoro. Anche se, abbiamo visto, anche regioni come la Campania soffre per carenza di docenti.

La carenza riguarda soprattutto i professori di matematica e italiano per le medie e matematica e fisica per le superiori in particolare, ma ci sono emergenze anche in altre classi di concorso, come ingegneri di meccanica, elettronica, elettrotecnica, informatica, professori; ci sono anche graduatorie che non scorrono per mancanza di cattedre, come diritto e filosofia. Tutto vero?

C’è anche il ritardo nell’avvio dei concorsi

Ritardo cumulato durante il Ministero Bussetti che ha temporeggiato nell’avvio delle nuove procedure concorsuali per 24mila posti alle superiori, dove mancano più docenti. Cifre che ormai sono da considerarsi insufficienti per coprire i posti vacanti.

Spetterà, adesso, al Ministro Fioramonti rimettere mano alla questione precariato e concorsi che, suo malgrado, non potranno essere avviati prima del 2020. “C’è – ha detto – il decreto salva precari che era stato approvato salvo intese a cui sto rimettendo mano adesso per fare in modo che vengano rispettate sia le rivendicazioni di precari e sindacati sia le garanzie di trasparenza e di merito nel percorso di selezione e quindi entrare nei prossimi mesi in una approvazione definitiva e preparare i concorsi per il 2020″.

UE pronta a sanzionare Italia

Sarà una vera e propria corsa contro il tempo, dato che, come avverta l’ANIEF, la Commissione europea ha aperto  una nuova procedura di infrazione contro l’Italia per il ricorso reiterato ai contratto a tempo determinato nella Pubblica Amministrazione.

Attualmente, hanno detto da Bruxelles, la legislazione italiana “esclude da questa protezione diverse categorie di lavoratori del settore pubblico” fra cui la scuola e la sanità.

Una vera e propria patata bollente che necessita di interventi veloci e veramente risolutivi.

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