Tracciabilità finanziaria negli appalti pubblici, ANAC detta le regole per stazioni appaltanti e imprese. CHIARIMENTI

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L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha fornito nuove indicazioni operative sulla tracciabilità finanziaria negli appalti pubblici.

Attraverso il Comunicato del Presidente del 26 marzo, l’Autorità interviene a seguito di irregolarità emerse durante attività di vigilanza. Le criticità riscontrate non riguardano tanto i pagamenti diretti dalle stazioni appaltanti agli appaltatori, quanto piuttosto la tracciabilità dei movimenti finanziari interni alla filiera delle imprese, ovvero tra appaltatori, subappaltatori e altri subcontraenti.

L’obiettivo dell’intervento dell’Autorità nazionale dell’Anticorruzione è quindi offrire uno strumento di ausilio al mercato, chiarendo le corrette modalità di attuazione della normativa (Legge 136/2010) per minimizzare i rischi di violazione.

Obblighi specifici per stazioni appaltanti e imprese della filiera

La normativa impone precisi doveri ai soggetti coinvolti. Le Stazioni appaltanti devono inserire nei contratti con gli appaltatori una specifica clausola sugli obblighi di tracciabilità, pena la nullità assoluta. Devono inoltre verificare che tale clausola sia presente anche nei contratti stipulati lungo tutta la filiera. I pagamenti devono avvenire su conti correnti dedicati, utilizzando sempre il codice identificativo di gara e, se necessario, il codice unico di progetto.

Le imprese appaltatrici e i subcontraenti, a loro volta, sono tenuti a utilizzare conti dedicati per tutti i movimenti finanziari relativi alla commessa pubblica, comunicandone gli estremi (e le persone delegate ad operarvi) alla stazione appaltante entro sette giorni. Devono effettuare pagamenti tracciabili (bonifico o strumenti equivalenti) riportando CIG e CUP, inserire la clausola di tracciabilità nei subcontratti e comunicare immediatamente eventuali inadempimenti della controparte alla stazione appaltante e alla Prefettura.

Strumenti di controllo e conseguenze del mancato rispetto

Per assicurare l’effettiva applicazione delle norme, l’ANAC raccomanda alle stazioni appaltanti di adottare un sistema di controllo periodico.

Tra le “best practice” suggerite vi sono l’inserimento di clausole contrattuali che obblighino l’appaltatore a fornire prova dei pagamenti tracciabili ai subappaltatori (fatture, copie bonifici da conto dedicato con CIG/CUP) e l’acquisizione di dichiarazioni sostitutive sulla regolarità dei pagamenti all’interno della filiera. Si suggerisce inoltre di effettuare controlli a campione, richiedendo la documentazione necessaria all’appaltatore, considerato il “dominus della filiera”.

Il mancato rispetto degli obblighi di tracciabilità comporta sanzioni amministrative pecuniarie applicate dal Prefetto e può costituire causa di risoluzione del contratto. L’omissione dei controlli da parte delle stazioni appaltanti incide sulla valutazione della corretta esecuzione del contratto stesso.

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