Tra pannolini e giocattoli smarriti: il disordine domestico può davvero impattare sulla serenità dei genitori?

Crescere un figlio è un’esperienza meravigliosa, ma anche incredibilmente impegnativa. Tra poppate, cambi di pannolino e giochi, il tempo a disposizione dei genitori sembra non bastare mai e spesso a farne le spese è proprio l’ordine domestico.
Se da un lato è comprensibile che la cura dei figli diventi la priorità, dall’altro lato la mamma e medico inglese Tuesday Watts-Overall, attraverso un post su Instagram, ha acceso un interessante dibattito sull’importanza di non sottovalutare l’impatto che un ambiente domestico caotico può avere sul benessere mentale dei genitori.
“Quando il mio ambiente esterno è caotico, anche la mia realtà interna lo diventa”, afferma Watts-Overall, spiegando come il disordine la renda più stressata, irritabile e meno paziente con i suoi tre figli.
E non si tratta solo di una sensazione personale: la dottoressa cita infatti diversi studi scientifici che dimostrano come il disordine sia correlato a livelli più elevati di cortisolo, l’ormone dello stress, e possa favorire l’insorgenza di ansia e depressione.
Il problema, secondo la Watts-Overall, è che molti genitori tendono a minimizzare il disagio provocato da una casa troppo confusionaria, convinti che “il disordine possa aspettare” perché “ci sono cose più importanti” quando si hanno dei bambini.
Tuttavia, il nostro cervello è naturalmente portato a cercare l’ordine e un ambiente caotico può diventare un costante promemoria di cose da fare, aumentando il senso di sopraffazione e rendendo più difficile godersi la genitorialità.
Il post ha scatenato un’ondata di commenti e reazioni contrastanti: se molti genitori si sono riconosciuti nelle parole della dottoressa, altri hanno affermato di non essere particolarmente turbati dal disordine domestico. C’è chi ha sottolineato l’importanza di trovare un equilibrio tra la cura della casa e il tempo dedicato ai figli, e chi ha condiviso le proprie strategie per gestire il caos, come concentrarsi sull’ordine di alcune stanze chiave, lasciando che altre siano più “vissute”.