Toccafondi (IV) risponde a Snadir: concorso docenti di religione deve essere selettivo

Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in commissione cultura alla Camera, risponde alle affermazioni rilasciate da Snadir in una nostra intervista.
Ho letto l’intervista al Prof. Favilla dello SNADIR, uno dei sindacati che rappresentano i docenti di religione. Non sembri una provocazione, ma mi sembra contenga tutte le ragioni che stanno alla base del mio emendamento per il concorso. Un precariato insostenibile, la necessità di dare stabilità ad una professione che deve avere pari dignità di tutte le altre, l’urgenza di dare risposte concrete a decine di migliaia di famiglie che non possono restare precarie per decenni senza che lo Stato faccia nulla.
Certo è che il mio primo obiettivo è sempre stato quello dei due concorsi: ordinario e riservato, così come per tutti gli altri insegnanti, ma quanto siamo riusciti a far approvare consente comunque di far ripartire un percorso che da 16 anni era bloccato.
Infine il Prof. Favilla mette l’accento su due elementi davvero critici della questione: aver deciso di sdoppiare molte cattedre e il tetto del 70% per le assunzioni a tempo indeterminato. Due elementi che sono pronto a fare la mia parte perché trovino soluzione nel doveroso dialogo con la CEI. Come ho già detto in Aula, il bicchiere io lo vedo mezzo pieno, altri possono vederlo mezzo vuoto, ma se si parla del bicchiere è solo perché con la maggioranza ci siamo fatti carico del problema e abbiamo spostato il bicchiere da sotto il banco (dove a certi senatori leghisti evidentemente piace che resti) a sopra il banco, alla luce del sole.
In un’ottica di dialogo costante con la categoria, vediamole punto per punto le quattro proposte dello SNADIR.
1. Un concorso NON selettivo così come avvenne per i docenti della secondaria nel 2018 e della infanzia/primaria nel 2019
Qui purtroppo il Prof. Favilla ricorda male. Il concorso non selettivo del 2018, quello che abbiamo fortemente voluto quando ero Sottosegretario, era rivolto ad una particolare categoria di docenti. Professionisti che avevano superato una preselettiva, uno scritto e un orale, nonché un corso abilitante che terminava con una prova finale. Prendiamo ad esempio il primo ciclo TFA, 150.000 candidati e 11.000 abilitati: altro che percorso non selettivo!
Quanto alla sanatoria per infanzia e primaria del 2019, quella era la modalità voluta dalla Lega, non è la nostra. Noi le sanatorie non le voteremo mai e, anzi, ci siamo battuti perché il decreto scuola non la contenesse nemmeno per i docenti di tutte le altre discipline. E su questo la maggioranza è stata compatta. È dunque vero il contrario di quanto afferma lo SNADIR, fare un concorso non selettivo per i docenti di religione sarebbe stata quella sì una disparità di trattamento verso tutte le altre categorie alle quali diamo risposte nel decreto in via di approvazione al Senato.
Io sono pronto a dialogare con tutti, ma non accetto che ai lavoratori (che a differenza dei sindacalisti non sono tenuti a conoscere la storia dei percorsi abilitanti del nostro paese) vengano dette bugie o mezze verità per convincerli di essere stati trattati diversamente dai colleghi.
In definitiva per noi il concorso deve essere selettivo. Avremmo preferito due concorsi, uno riservato e uno ordinario, ciascuno per il 50% dei posti, ma non è stato possibile. La soluzione trovata (un concorso solo con una quota di riserva del 50%) non è il massimo ma non è nemmeno troppo lontana da quella ottimale.
2. Che la graduatoria del concorso non selettivo sia una Graduatoria di Merito Regionale su base Diocesana ad ESAURIMENTO;
Al netto della selettività, non ho obiezioni. Il Miur ha tutto il tempo (le graduatorie, senza bisogno di ulteriori interventi, saranno comunque valide tre anni dalla loro pubblicazione) per decidere, di concerto con la CEI, forme per gestire il reclutamento dei docenti di religione nella fase post concorsuale. Se verrà trovato un accordo su un meccanismo analogo a quello delle GAE per reclutare il 50% dei docenti necessari ogni anno ne sarò felice. L’importante è che una quota sia comunque riservata a chi vincerà i concorsi, da farsi regolarmente, successivi a quello del 2020. Perché spero che su una cosa saremo tutti d’accordo, che d’ora in poi i concorsi dovranno essere regolari.
3. Che la Graduatoria di Merito del 2004 là dove sussiste (nelle regioni diverse della Lombardia) sia trasformata in graduatoria ad esaurimento;
Ho detto sopra sul punto GAE e può valere anche per gli idonei del 2004. Aggiungo solo due elementi. Primo: intanto quella graduatoria è stata riaperta; e se è così, lo è sempre per merito dell’emendamento Toccafondi.
Secondo: per quegli idonei ho chiesto e ottenuto dal governo che i posti del concorso vengano determinati solo dopo averla fatta scorrere per le assunzioni del prossimo anno, nonché (e questo vale anche per la valutazione del servizio prestato da tutti i docenti) una valutazione significativa di questo requisito tra i titoli del concorso. Due elementi che un sindacato onesto intellettualmente e interessato al dialogo dovrebbe sottolineare. Sempre che gli stia a cuore risolvere i problemi e non la polemica ad personam fine a se stessa.
4. Aumentare l’organico dal 70% al 90% nell’arco di un triennio…
Questo dipende dalla revisione della L. 186/2003. Il governo si è impegnato a discuterne con la CEI. Il Parlamento potrà intervenire solo successivamente al raggiungimento di un’intesa.
Con questo spirito e questi obiettivi continuerò a seguire la vicenda. Nella consapevolezza dei problemi che ancora vanno risolti e della necessità di dare ogni garanzia ai lavoratori. Ma anche nella convinzione che era inaccettabile lasciare tutto com’era perché a farne le spese erano i lavoratori e gli studenti.