Toccafondi (IV): già nella prima settimana di Dad molti ragazzi non hanno fatto niente. Non si chiude la scuola con un tratto di penna

“Già nella prima settimana della sua introduzione per molti ragazzi la didattica a distanza ha significato non fare più niente”. Lo dichiara Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera.
“I problemi di connessione – spiega – l’impossibilità di collegarsi, l’assenza totale alle lezioni on-line, vogliono dire assenza non solo dal registro ma di un percorso educativo.
Continuo a dialogare con dirigenti, docenti e genitori e la preoccupazione è tanta. La didattica a distanza non è semplice per tutti e per tutte le aree geografiche. Ma è ancora più complicata per coloro che fanno più fatica. Per gli oltre 500mila ragazzi dei professionali, l’assenza di laboratori, esercitazioni e didattica solo in-line portano alla demotivazione e, se questa situazione si prolunga, all’abbandono. La scuola è un insieme di rapporti non solo nozioni e la distanza non aiuta, vale per tutti ma si amplifica con i ragazzi con disabilità. Per i quasi 70.000 ragazzi con disabilità che frequentano le superiori seguire diventa doppiamente complicato e le lezioni finiscono per essere inesistenti”.
“Non si chiude la scuola con un tratto di penna o una ordinanza. La scuola non è semplicemente un ufficio pubblico, una funzione pubblica, un compito da fare. La scuola è un percorso educativo fatto di rapporti umani. Prima di chiuderla bisogna veramente provarle tutte, ma proprio tutte”, conclude.