TFR/TFS statali 2025: perdite medie di 12mila euro per i lunghi tempi di attesa. Ridurli? Rinnovato accordo-quadro con ABI, ma ci sono gli interessi

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) e il Trattamento di Fine Servizio (TFS) per i dipendenti pubblici sono oggetto di un acceso dibattito, a causa del differimento dei pagamenti, che può prolungarsi fino a 7 anni.
A differenza del settore privato, dove il TFR viene erogato immediatamente dopo la cessazione del rapporto di lavoro, per i dipendenti pubblici si applicano tempi molto più lunghi, con modalità differenti in base al tipo di pensionamento:
- Pensione di vecchiaia: 12 mesi, al raggiungimento dell’età pensionabile;
- Pensione anticipata: 24 mesi, in base ai requisiti di età e contributi;
- Quota 100-103: fino a 93 mesi, tempi più lunghi per chi accede con requisiti specifici.
Se l’importo supera i 50.000 euro, il pagamento avviene in più rate:
- 50.000-100.000 euro: 2 rate annuali;
- Oltre 100.000 euro: 3 rate annuali.
Le perdite economiche per i lavoratori pubblici
Secondo i sindacati, il ritardo nell’erogazione del TFR e del TFS ha generato perdite significative per i lavoratori pubblici. Nel biennio 2022-2023, sono stati sottratti 2,157 miliardi di euro, a causa del differimento e dell’inflazione.
L’impatto economico per singolo lavoratore è evidente:
- Perdita media: 11.735 euro su un TFS di 82.400 euro;pens
- Riduzione del valore reale: -14,3% dovuta all’inflazione.
L’intervento della Corte Costituzionale e le richieste dei sindacati
Nel 2023, la Corte Costituzionale ha dichiarato anticostituzionale il differimento della liquidazione per i dipendenti pubblici che hanno raggiunto i limiti di età o di servizio.
Sette sigle sindacali chiedono al governo di superare questa disparità tra settore pubblico e privato, definendola una “discriminazione non più accettabile”.
L’anticipo TFR-TFS con l’accordo ABI
Per ridurre i tempi di attesa, a settembre 2024 è stato rinnovato (per altri due anni) l’accordo quadro ABI per l’anticipo del TFR-TFS, che consente ai lavoratori pubblici di ottenere l’importo tramite un finanziamento bancario.
Tuttavia, questa soluzione comporta costi aggiuntivi sotto forma di interessi bancari, risultando meno vantaggiosa rispetto a una riforma strutturale del sistema.