Tfa sostegno IX ciclo, meno posti del previsto in Calabria. Proseguono le proteste

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Non si placano le proteste per il cambio in corsa avvenuto pochi giorni fa in merito all’Università per stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria, che ha visto un ridimensionamento dei posti per il IX ciclo del Tfa sostegno.

Inizialmente, come spiegato in precedenza, i posti attribuiti all’Ateneo calabrese erano 800 mentre oggi sono scesi a 250, provocando ripercussioni generali su tutti i posti da attivare nella provincia, che adesso sono 1.523, contro i 1.703 previsti inizialmente.

Il Comitato regionale universitario di coordinamento della Calabria, riporta Italia Oggi, ha osservato infatti che non solo i posti erano in numero “nettamente superiore” alla media nazionale, ma c’era “un sovradimensionamento” tra i posti di sostegno richiesti dall’università e il corpo docente.

Infatti, un problema non di poco conto è che mancano all’interno dell’ateneo professori appartenenti ai settori scientifico-disciplinari indicati dal decreto ministeriale del 2011 per gli insegnamenti da erogare nel percorsi. Motivo per cui “la didattica non è sostenibile con la docenza di ruolo“.

Complessivamente, il Mur conferma 0 posti per il sostegno sia alla scuola dell’infanzia sia alla primaria, mentre scendono a 100 i posti alle medi e a 150 alle superiori a differenza rispettivamente ai 300 e ai 500 previsti.

A livello regionale, sono stati autorizzati 903 posti alla Mediterranea di Reggio Calabria, 930 all’Università di Calabria e 620 alla Magna Grecia di Catanzaro.

Duro il commento del sindacato Anief: “Questi cambiamenti in corsa – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – da una parte confermano l’errata impostazione con cui si decretano periodicamente i posti per diventare insegnante di sostegno, con un evidente disallineamento tra domanda e offerta. Anziché partire delle esigenze locali, dai posti effettivamente da coprire in ogni determinata provincia o regione, si continuano ad assegnare la quantità di posti sulla base delle richieste delle singole università. È un errore gravissimo, sui cui c’è urgenza di mettere mano, che è anche alla base dell’alto pendolarismo sul sostegno ai disabili, poiché si specializza personale laddove non serve mentre dove c’è bisogno si organizzano corsi per pochissimi docenti”.

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