TFA, PAS e specializzazione sostegno, Europa: no a numero chiuso, costano troppo e troppi crediti. Italia ha 4 mesi per adeguarsi

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Una nuova tegola sul Governo dimissionario giunge dal Comitato Sociale Europeo che chiede di rivedere le modalità di allestimento dei percorsi abilitanti.

Secondo il comitato, è illegittimo che istituire un numero chiuso con superamento di un triplo test di sbarramento. Sotto il mirino anche gli alti costi, interamente a carico degli studenti, nonché gli obblighi di frequenza e l’alto numero di crediti.

Inoltre, il Comitato ha criticato il mancato allestimento di un sistema di riconoscimento dell’esperienza lavorativa maturata dagli insegnanti e misure che rendano compatibile la frequenza degli stessi con le esigenze lavorative/famigliari dei docenti alle dipendenze, anche a tempo determinato.

Nel dettaglio, si legge nel documento divulgato dall’associazione “La Voce dei Giusti (che si è occupata del reclamo, che “le modalità operative di questi corsi di formazione, e la mancanza di riconoscimento dell’esperienza di lavoro precedente, colpiscono in modo sproporzionato la categoria dei supplenti…creando così una situazione di discriminazione…”

Adesso il Governo italiano avrà quattro mesi di tempo per adeguarsi alla decisione del Comitato. La patata bollente, è ormai chiaro, passerà al nuovo Governo. Il tutto mentre sono già partite le operazioni per il TFA specializzazione sostegno.

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