Tetto stranieri in classe, Valditara: “Nelle aule scolastiche la difesa della nostra civiltà”

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in un suo intervento sul “Giornale” scrive che “il punto di partenza per un ragionamento sull’integrazione e sulle politiche scolastiche che possono promuoverla è il modello di società che si ha in mente: una società che abbia una sua chiara identità valoriale, ben espressa da alcuni principi cardine della Costituzione, fondata cioè su un patriottismo costituzionale e su un forte senso civico, ovvero”.
“In alternativa – segnala l’agenzia di stampa Nova -, una società dove più culture vivono l’una accanto all’altra, talvolta nel dialogo, più spesso nell’indifferenza, o, addirittura, nella conflittualità, senza necessariamente identificarsi tutte in alcuni comuni valori fondativi, senza cioè avvertire tutte un’identità che le accomuni e le faccia sentire realmente parte di uno Stato. Una società, questa, tendenzialmente internazionalista e cosmopolita, che ha rinunciato all’idea di patria, per cui, anzi, la patria è il mondo”.
Secondo Valditara “il primo modello di società è quello conforme alla tradizione occidentale, era la visione romana, mai razzista, aperta a chiunque, ma con una forte identità. E’ evidente che una visione di questo tipo presuppone che gli stranieri imparino innanzitutto la lingua italiana, quindi la cultura e i valori costituzionali”.
“Va da sé – rileva il titolare dell’Istruzione – che nemici di questa visione sono le classi ghetto, dove gli stranieri sono ampia maggioranza, e dove pertanto fanno più fatica ad assimilare i valori di riferimento di una nazione; nemici ancora più agguerriti sono l’insuccesso scolastico, specie in italiano, e l’alta dispersione scolastica”.
Valditara osserva inoltre che “chi voglia dunque una reale integrazione che trasformi gli stranieri in autentici cittadini, fieri di essere italiani, deve dare loro innanzitutto una conoscenza adeguata della lingua, una formazione scolastica che non li discrimini dagli studenti italiani; deve coinvolgerli pienamente nella società italiana, sconfiggendo la logica della ghettizzazione, scolastica, sociale, residenziale, e deve pretendere da loro, insieme con pari diritti, anche pari doveri”.
“Solo al termine di un percorso di acquisizione consapevole e matura dei valori costituzionali e della nostra identità civica – conclude il ministro – saranno pronti per diventare cittadini a pieno diritto”.