Test sierologici docenti e Ata, partenza in salita. I medici di base denunciano: “Mancano i kit”

Da oggi, lunedì 24 agosto, fino al 7 settembre ci sarà la possibilità di svolgere i test sierologici per docenti e Ata.
“Noi siamo pronti, ma ci sono delle difficoltà ‘di partenza’ che non dipendono dai medici. Purtroppo in diverse regioni ci segnalano che i kit non sono ancora disponibili”, spiega all’Adnkronos Salute Domenico Crisarà, vice segretario della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) secondo il quale si tratta di un ‘intoppo’ “comprensibile in questa situazione di emergenza. Useremo dunque questi primi giorni per prendere appuntamenti: speriamo tutto si risolva nelle prossime ore”, aggiunge Crisarà che invita, però, a migliorare la macchina organizzativa.
“Come medici di famiglia Fimmg – aggiunge Crisarà – abbiamo ritenuto doveroso dare il nostro apporto per la ripartenza della scuola in sicurezza e in presenza. Ma è importante anche poter contare su una organizzazione efficace. Ovviamente a partire dalla distribuzione dei test: molti colleghi hanno cominciato a chiederli alle strutture di riferimento venerdì senza trovarli. Sarebbe poi utile, nelle zone più disagiate, fare arrivare i kit direttamente ai medici”.
Ora come ora, infatti, “siamo noi a dover ritirare il materiale, ma are 120 km per il ritiro – come può accadere in alcune aree del Paese – si trasforma in uno spreco di tempo sottratto ai pazienti. Si potrebbe pensare di far arrivare i kit ai colleghi attraverso la Protezione civile o la Croce rossa”.
La ‘macchina organizzativa’, continua Crisarà, “ha necessità di essere ottimizzata. Al momento ci sono dettagli da regolare che, però, possono fare la differenza. Un piccolo esempio. Il kit, che permette di avere una risposta in 7 minuti con l’analisi del sangue prelevato dal dito, è fatto da pochi pezzi: la ‘saponetta’ (il supporto per l’analisi), il reagente, il capillare (una pipetta che estrae il sangue dal dito), il pungidito”.
“In alcuni casi – spiega – questa mattina non erano disponibili i capillari. Una stupidaggine, ma questo non permette di partire con i test”.
L’organizzazione delle Regioni, dice Crisarà, “non è stata proprio perfetta. Ci aspettavamo che almeno negli ultimi giorni della scorsa settimana i kit fossero pronti, e che stamattina si sarebbe potuto procedere rapidamente. Anche perché, non avendo il materiale, il medico ha difficoltà a sollecitare i pazienti. Senza i kit in mano anche dare gli appuntamenti, con tutta la buona volontà, è difficile”,
conclude.