Test psico-attitudinale per docenti, Sasso dice sì: “Un buon prof ti cambia la vita, un cattivo insegnante può rovinarla”

“Quanto accaduto in una scuola di Roma è inaccettabile. Se quanto emerso dovesse essere confermato ci troveremmo davanti ad una ipotesi di abuso dei mezzi di correzione e come tale andrebbe perseguita. Un docente non può permettersi di tagliare i capelli ad una studentessa e giustificarsi pensando di passarla liscia”.
Lo afferma Rossano Sasso, sottosegretario all’Istruzione, in riferimento a quanto accaduto in una scuola di Roma pochi giorni fa, dove un docente si è rivolto ad una studentessa iraniana e le ha chiesto: “Non ti sembra giusto sostenere la lotta delle donne nel tuo Paese?”, per poi tagliarle una ciocca di capelli con una forbice che la ragazza aveva sul banco tra l’incredulità della giovane e l’ilarità dei compagni.
“Ho chiesto all’ufficio scolastico regionale del Lazio – prosegue Sasso – di approfondire con determinazione e rapidità la vicenda e come ministero non gireremo la testa dall’altra parte. Chi ha sbagliato pagherà, lo assicuro. Faccio, però, anche una considerazione di carattere generale: oggi reclutiamo gli insegnanti con concorsi ultra nozionistici che spesso – sottolinea Sasso – non evidenziano la capacità di trasmettere il sapere agli studenti. Domani, come ripeto da sempre, dovremmo reclutarli facendo valutazioni anche sotto il profilo psico-attitudinale. Lo desidero da padre ancor prima che da sottosegretario e lo dico anche da insegnante: in cattedra ci devono andare persone capaci di educare e istruire, non persone che scelgono questa professione per ripiego e sono certo che la stragrande maggioranza del personale docente non avrebbe nulla da temere da una valutazione del genere. Un buon docente – conclude Sasso – può lasciare un segno positivo nella vita dei nostri bambini, un cattivo insegnante può rovinarla per anni”