Test di Medicina 2024, il Tar Lazio chiede verifica su domanda con due risposte corrette

Il Tar del Lazio, con ordinanza del 20 gennaio, ha richiesto una verifica su uno dei quesiti proposti nel test di Medicina e Chirurgia per l’anno accademico 2024/2025. Si tratta della domanda numero 50 della sezione di Chimica, presente nella banca dati pubblicata dal Ministero dell’Università. Durante la sessione di luglio 2024, il quesito era stato somministrato come numero 43 nel test.
A darne notizia è stato lo studio legale degli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, che avevano sollevato dubbi sulla legittimità del quesito. Secondo quanto dichiarato, una perizia specifica evidenziava che la domanda presentava due risposte corrette in base alle informazioni contenute nella banca dati resa pubblica prima del concorso. Gli avvocati hanno sottolineato come il Tar abbia deciso di disporre una verifica ritenendo insufficienti le argomentazioni del ministero, che si sarebbero limitate a un’affermazione generica sulla correttezza del quesito.
Tra gli altri punti i verificatori risponderanno – spiegano i legali – “se la differente formulazione della domanda possa giustificare, sul piano scientifico, l’individuazione della risposta esatta nell’ambito del quesito n. 642 (segnatamente: “a maggior contenuto di ossigeno”), al contempo qualificandola come errata nel quesito n. 43, per il quale la risposta esatta è stata individuata in quella corrispondente a “in cui il metallo ha il numero di ossidazione maggiore”, assente tra le opzioni di risposta nel quesito n. 642, valendo anche a tale riguardo quanto evidenziato alla precedente lettera b), ove necessario”.
Secondo i legali, il caso rappresenta l’ennesimo errore nelle procedure di selezione per i corsi a numero chiuso. Gli avvocati hanno criticato il sistema attuale, sostenendo che la banca dati pubblica, introdotta per garantire maggiore trasparenza, non abbia risolto le problematiche già emerse con il precedente sistema del Tolc. Hanno quindi ribadito la necessità di adottare un modello di accesso libero alle facoltà mediche, senza selezioni preliminari o successive, e di investire maggiormente nell’università pubblica e nella sanità per evitare che gli studenti siano costretti a scegliere tra atenei privati o piattaforme online.
La riforma, verso l’addio al test
Il Senato ha approvato il 26 novembre scorso il disegno di legge che abolisce il test di ingresso alla facoltà di Medicina. Manca dunque l’approvazione alla Camera.
La riforma prevede l’iscrizione libera al primo semestre dei corsi dell’area biomedica. Durante questa fase, saranno previsti esami fondamentali comuni per tutti i corsi dell’area, il cui superamento sarà necessario per accedere alla fase successiva.
L’ammissione al secondo semestre avverrà tramite una graduatoria nazionale unica, redatta in base ai posti disponibili e ai risultati ottenuti dagli studenti.