Terremoto a L’Aquila, nuova sentenza choc: “Studentessa rimasta vittima per attaccamento allo studio, nessun risarcimento”

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Sentenza

Scoppia la polemica dopo la sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila che nega il risarcimento alla famiglia di Ilaria Rambaldi, studentessa morta nel crollo della sua abitazione durante il terremoto del 6 aprile 2009.

Secondo i giudici, la giovane sarebbe “colpevole” di non aver lasciato la città nonostante lo sciame sismico in corso, a causa del suo “attaccamento al dovere” e “l’impellente esigenza di terminare le ore di laboratorio”.

Una decisione che giunge all’indomani di un’altra sentenza controversa, che ha negato il risarcimento ai familiari di sette giovani morti nel crollo di un edificio in via D’Annunzio, attribuendo la responsabilità del decesso al loro comportamento “incauto”.

La famiglia di Ilaria Rambaldi, rappresentata dall’avvocato Maria Grazia Piccinini, aveva chiesto il risarcimento basandosi sulla condanna di Bernardo De Bernardinis, ex vice capo della Protezione Civile, ritenuto colpevole di aver fornito rassicurazioni infondate sulla situazione sismica durante la riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009.

Secondo la ricostruzione della famiglia, Ilaria, fidandosi delle parole di De Bernardinis, avrebbe abbandonato le precauzioni adottate nei giorni precedenti, dormendo nella sua abitazione la notte del terremoto e rimanendo uccisa nel crollo.

La Corte d’Appello, tuttavia, ha respinto la richiesta di risarcimento, sostenendo che non ci sarebbero prove di un cambio di comportamento da parte della studentessa dopo le dichiarazioni di De Bernardinis.

“Non si rinviene una variazione nelle condotte e precauzioni tenute dalla Rambaldi prima e dopo aver appreso informazioni ingannevoli”, si legge nella sentenza.

Una decisione destinata a suscitare un acceso dibattito, mettendo nuovamente in discussione il tema delle responsabilità nella tragedia del terremoto dell’Aquila.

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