Terra piatta, alieni e falso sbarco sulla Luna: l’80% dei giovani guarda post su teorie complottiste e il 91% degli insegnanti è preoccupato per il fenomeno

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L’avvento delle nuove tecnologie e l’avanzata dei sistemi d’intelligenza artificiale hanno condotto ad una sorta di bulimia informativa in cui un flusso ininterrotto di notizie deve essere continuamente vagliato, verificato e confrontato con altre informazioni affinché l’informazione giornalistica possa essere intesa come servizio al cittadino. Le società contemporanee convivono da anni con queste dinamiche, ma è innegabile che l’esposizione ad un così alto numero di notizie possa generare interrogativi sulla qualità delle stesse e sui rischi di disinformazione.

Il rapporto GoStudent

In alcuni casi, la disinformazione – veicolata attraverso notizie false e non verificate –  può assumere i tratti di una teoria complottista, il cui scopo è quello di semplificare il caso restituendo una visione ordinata e coerente della realtà, anche se distorta. Comportandosi come il contadino che deve separare il grano dal loglio, come fanno gli adolescenti di oggi a non cadere nel tranello della notizia facile da digerire e che offre soluzioni semplici a problemi grandi e complessi?

L’indagine condotta da GoStudent ha fornito una panoramica delle principali teorie complottiste e notizie non verificate che hanno maggior presa sul pubblico adolescenziale. Nonostante lo studio indichi che l’85% di studenti e studentesse dichiari di conoscere i rischi derivanti dai contenuti fake, un preoccupante 91% degli insegnanti crede che la disinformazione li stia già influenzando.

Esposizione alle teorie del complotto tra gli adolescenti

Diffusione sui social media

Dal rapporto emerge come ragazzi e ragazze siano già esposti a contenuti disinformativi online, incluse fake news e immagini/video deepfake generati dall’intelligenza artificiale. L’85% dei giovani coinvolti nell’indagine afferma di essere consapevole dei rischi legati a contenuti falsi, mentre Il 48% dichiara di aver visto fake news e il 50% immagini false (fino al 55% in Francia). L’80% degli adolescenti attivi sui social media riferisce anche di vedere post che diffondono teorie del complotto. Tra questi:

  • il 20% li vede quotidianamente;
  • il 31% li incontra settimanalmente;
  • il 29% li vede meno di una volta alla settimana.

Credenza in teorie del complotto

Il report elenca cinque teorie della cospirazione in cui credono alcuni giovani:

  • “Il Covid è stato creato in laboratorio”: 43%;
  • “Il mondo è governato da un’élite segreta”: 41%;
  • “I vaccini sono una cospirazione”: 29%;
  • “Il cambiamento climatico non esiste”: 24%;
  • “Gli sbarchi sulla Luna non sono mai avvenuti”: 23%.

Tendenza a credere alle narrazioni complottistiche

L’81% degli adolescenti che ha visto una teoria del complotto sui social ritiene plausibile almeno una di esse. Nello specifico:

  • il 5% afferma che “molte” siano vere;
  • il 25% che “alcune” siano vere;
  • il 51% pensa che “pochissime” siano vere;
  • solo il 19% non crede a nessuna.

Scarso coinvolgimento attivo con le notizie

  • Solo il 15% degli adolescenti cerca attivamente le notizie per informarsi;
  • Il 50% afferma di “venire raggiunto dalle notizie” senza cercarle;
  • Il 36% ammette di non seguire affatto le notizie.

Carenze nelle competenze di alfabetizzazione alle notizie

Solo il 56% degli adolescenti ha riconosciuto come più credibile una notizia redatta da Reuters rispetto a un comunicato stampa aziendale. Ciò significa che solo poco più della metà dei soggetti coinvolti sa valutare l’attendibilità delle fonti. Inoltre, quando sono stati sottoposti a tre test per distinguere pubblicità, opinioni e contenuti sponsorizzati, solo il 18% ha risposto correttamente a tutti. Questi risultati evidenziano la necessità di incoraggiare il fact-checking e l’educazione alla verifica delle fonti.

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