Tempo pieno, dal Recovery plan 1 miliardo. Ma solo per la scuola primaria servirebbero 3 miliardi

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Il tempo pieno a scuola è fra le priorità previste dal Recovery plan ma le risorse non sembrano sufficienti per soddisfare un’esigenza negli anni sempre più importante.

Il testo del Recovery plan approvato in Consiglio dei Ministri prevede fra le varie misure dedicate alla scuola anche un investimento di un miliardo per aumentare il tempo pieno scuola:si aumenterà il ‘tempo-scuola’ incrementando lo spazio per l’offerta formativa e contemporaneamente aiutando” la conciliazione vita e lavoro, soprattutto per le donne“.

Inoltre, “questo avverrà anche attraverso il potenziamento delle scuole materne (3-6 anni) e classi ‘primavera (dai 2 anni).  L’intervento, oltre a 1 miliardo di nuove risorse del Pnrr, prevede altri 300 milioni per “interventi all’interno dei progetti Pon“.

Ma tale misura basterà a soddisfare le esigenze? In base alle stime per il tempo pieno solo in tutte le primarie occorrerebbero circa 3 miliardi e 520 milioni di euro per il primo anno di generalizzazione del servizio e 2,7 miliardi all’anno a regime, spiega Italia Oggi che fa notare come, per raggiungere tale obiettivo, bisognerebbe contestualmente assumere circa 49.015 docenti, che costerebbe allo Stato 1,5 miliardi di euro e 5.000 collaboratori scolastici pari ad altri 120 milioni di euro.

Il piano ipotetico dovrebbe anche prevedere la ristrutturazione, la messa a norma ed adeguare gli edifici scolastici ad una nuova organizzazione in termini di spazi, laboratori, palestre e servizio mensa con un aggravio di spesa si circa 2 miliardi a carico dei comuni: circa 800 milioni per attrezzature e mense, circa 1,2 miliardi per pasti e altre spese correnti.

Quest’anno il 45,8% delle famiglie ha scelto il tempo pieno per i figli iscritti alla scuola primaria, secondo i dati ministeriali,  in aumento rispetto all’anno scorso. Il tetto massimo di tempo pieno alla primaria si registra  nel Lazio (64,3%), Piemonte (62,3%) e Toscana (60,3%), mentre invece chi ha scelto meno il tempo pieno sono le famiglie del Molise (13,6%), Sicilia (15,6%), Puglia (21,1%) e Campania (27,7%).

Ad oggi i 2/3 degli alunni della scuola di base sono esclusi dal tempo pieno, soprattutto nelle regioni dove la dispersione scolastica supera il 30%.

 

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