Telefonini sì, telefonini no. La scuola deve riorientarsi. Lettera

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Inviata da Enrico Fortunato Maranzana – Telefonini in classe sì, telefonini in classe no: il rischio è la focalizzazione del sintomo e l’accantonamento del problema. L’affermare che i social sono il mondo in cui vivono i giovani non è un’esagerazione: la ricerca del consenso sta all’origine della costruzione della loro personalità.

La scuola non può esimersi dalla responsabilità di proporre un modello alternativo. Se il mondo digitale impone la logica dell’istantaneità, dell’apparenza e dell’uniformità, la scuola deve distinguersi per la sua capacità di promuovere la progettualità educativa. In particolare, deve sviluppare il principio secondo cui lo studente deve possedere l’origine e il senso del proprio agire.

Una scuola incentrata sulla mera trasmissione delle conoscenze appartiene al passato: gli studenti devono diventare consapevoli del valore del proprio lavoro e dei processi che conducono al risultato. Solo così la motivazione dell’apprendimento sarà autentica e si abbandonerà il voto, che tende all’ubbidienza. La logica del “compito da svolgere” deve lasciare spazio a quella del “problema da risolvere”.

L’errore non va sanzionato, ma utilizzato come strumento per analizzare le deviazioni dal percorso risolutivo, trasformandolo in occasione di apprendimento.

È essenziale ampliare il significato di “materia di insegnamento”: non può essere ridotta ai soli contenuti trasmessi dai libri di testo. Ogni disciplina deve essere intesa nel suo sviluppo storico e metodologico, includendo i problemi che hanno originato le conoscenze e i processi di ricerca che le hanno rese disponibili. Solo così gli studenti potranno comprendere che il sapere è un sistema dinamico, abbandonando l’idea di un conoscere statico e mnemonico.

Una didattica rinnovata è la chiave per il cambiamento. In rete, Laboratorio di matematica: Pitagora, sia d’esempio.

Il cambiamento di rotta proposto è funzionale all’utilizzo delle nuove tecnologie, in particolare nel rapporto con l’intelligenza artificiale. Lo studente deve formulare correttamente un quesito e saperne valutare criticamente l’esito.

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