Telecamere negli asili, SNALS Brindisi: solo se autorizzate dalla magistratura

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Snals Brindisi – Dopo le notizie sempre più frequenti di maltrattamenti a minori nelle scuole dell'infanzia, a disabili ed anziani nelle residenze di cura ed assistenza, si sta diffondendo nell'opinione pubblica l'idea di installare delle telecamere in tutte le aule scolastiche e in tutte le strutture pubbliche adibite alla cura e all'assistenza di persone disabili ed anziane, al fine di monitorare la qualità dei livelli di intervento degli operatori. 

Snals Brindisi – Dopo le notizie sempre più frequenti di maltrattamenti a minori nelle scuole dell'infanzia, a disabili ed anziani nelle residenze di cura ed assistenza, si sta diffondendo nell'opinione pubblica l'idea di installare delle telecamere in tutte le aule scolastiche e in tutte le strutture pubbliche adibite alla cura e all'assistenza di persone disabili ed anziane, al fine di monitorare la qualità dei livelli di intervento degli operatori. 

Ne parlano i giornali, si discute nei talk-show, si dibatte in parlamento, si raccolgono firme, si scrivono petizioni e, naturalmente, non poteva mancare la rete, con gruppi su facebook, tra cui il gruppo "si alle telecamere" che conta circa 50.000 iscritti. Un gruppo chiuso a cui ci si deve iscrivere non solo per pubblicare e commentare ma anche per leggere le discussioni (chissà cosa si diranno da tenerle nascoste)!

Certamente fa specie leggere notizie di maltrattamenti e, soprattutto, vedere le scene, riprese dalle telecamere nascoste, in cui bambini, anziani e disabili vengono umiliati, strattonati e picchiati da insegnanti o da operatori socio-sanitari. La didattica nelle scuole, la cura e l'assistenza nelle residenze per anziani e disabili non prevedono simili interventi, per cui chi li adotta non è un vero insegnante e non è un vero operatore socio-sanitario. E, senza dubbio, la prima reazione di mamme, papà, figli e fratelli di quegli esseri indifesi e di tutte le persone comuni è quella di cacciare a calci nel sedere questi operatori indegni di svolgere le delicate mansioni a loro affidate. Nasce, quindi, spontanea la richiesta di controllare e sorvegliare, attraverso un occhio elettronico, le attività che si svolgono in queste strutture.

Ma è possibile che per un manipolo di mascalzoni debbano pagare categorie intere di lavoratori che svolgono, ogni giorno, con dedizione e responsabilità, i propri compiti e che sarebbero anche disposti a sottoporsi a controlli sul campo, per dimostrare la propria professionalità e il proprio impegno! A tal proposito, mi ha colpito la lettera di una docente che scrive ad Orizzonte Scuola dichiarandosi favorevole alla installazione nelle aule di telecamere riferendosi, però, alla valorizzazione del merito dei docenti prevista dai commi 126 e seguenti della legge 107/2015. La docente non crede che “ci sia bisogno di scomodare, come valutatori, genitori, dirigenti, ispettori ministeriali e quant’altro, basta installare nelle scuole le telecamere, tutto alla luce del sole … E allora, meglio un obiettivo e, veramente, imparziale strumento tecnico, qual è la telecamera” che un giudizio arbitrario e soggettivo del dirigente scolastico e del Comitato di valutazione ( vedi articolo).

Sarebbe un enorme spreco di risorse, a mio avviso, progettare un sistema di videosorveglianza in ciascuna aula scolastica e in ciascun angolo di una struttura di assistenza con la registrazione giornaliera di decine e decine di filmati di ore e ore che nessuno vedrà mai. E sarebbe anche assurdo costringere  tutti i lavoratori ad una “recita giornaliera dei loro ruoli” senza più la naturale franchezza di un comportamento spontaneo sacrificato sull'altare di un occhio freddo e inesorabile di una telecamera.

Il presidente dell'Autorità Garante della privacy, il dott. Antonello Soro, ha voluto ribadire un concetto più volte espresso: “Nessuno sottovaluta che asili nido possono diventare teatro di insopportabili violenze nei confronti di soggetti debolissimi e incapaci di denuncia, ma questo problema non può essere risolto dalle tecnologie. Il processo educativo fonda molta della sua efficacia nella libertà della relazione tra educatore e bambino, in un rapporto di spontaneità e naturalezza. Ed è ingiusto assoggettare a sorveglianza permanente tutti gli insegnanti italiani per punire le violazioni di pochi. Il problema, però, esiste e stiamo valutando le contromisure più equilibrate” (fonte: Corrado ZUNINO – Repubblica).

Un suggerimento viene anche dal presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, il sociologo Antonio Marziale: “Urge un nuovo patto d’intesa tra famiglia e scuola, un patto che riavvicini le parti e serve soprattutto che il Ministero dell’Istruzione finalmente capisca che quello del docente è un mestiere emotivamente usurante, per cui occorre sottoporre a una periodica visita psicologica gli insegnanti. Ciò non deve essere letto come una manifestazione di mancanza di fiducia verso una categoria che annovera a gran maggioranza docenti degnissimi, ma come la maniera più efficace per stanare chi non è idoneo e togliere la cancrena che si annida in troppe aule”. E ancora aggiunge: “Un messaggio intendo lanciare a quanti, tra docenti e personale non docente, affollano i plessi scolastici, per dire loro che non è possibile che nessuno senta un bambino strattonato e picchiato, perché certamente si difende come meglio può, piangendo a squarciagola. Il silenzio è sempre complice” (fonte: Osservatorio sui Diritti dei Minori – 1 febbraio 2016).

Allora ben vengano le telecamere nascoste, solo se autorizzate dalla magistratura, per smascherare casi sospetti di violenze, ma bando alle assurde pretese di trasformare le scuole in un Grande Fratello generalizzato!

Occorre infine sottolineare che non si può continuare ad allungare l'età pensionabile! Dopo i sessant'anni è impensabile che un docente possa gestire ed accudire 25 e più vispi frugoletti, dai tre ai cinque anni, per 4/5 ore al giorno! C'è la necessità di rivedere il D.Lgs n. 297/1994 (il Testo Unico delle leggi sull’istruzione) che definisce lo stato giuridico del personale docente e di rinnovare il CCNL fermo oramai da 7 anni. Il comma 180 della legge 107/2015 dà delega al governo a provvedere al riordino, alla semplificazione e alla codificazione delle disposizioni legislative in materia di istruzione, nella speranza che possano emergere novità, anche attraverso il confronto con i sindacati, in merito alla carriera dei docenti, prevedendo per i docenti "senior" attività più consone alla loro maturata esperienza.

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