Tedesco a scuola, quando i genitori chiedono preoccupati “Voi insegnate tanta grammatica?”, la mia risposta è “ni”. Intervista con Herr LucaPlatz
Durante le settimane di orientamento, abbiamo incontrato un insegnante che trasforma l’apprendimento del tedesco in un’esperienza unica. Luca Piazza, professore alla scuola media Iqbal Masih di Malnate (VA), non è solo un docente, ma un ambasciatore della lingua tedesca capace di abbattere barriere con creatività e originalità. Conosciuto sui social come Herr LucaPlatz, grazie alle sue traduzioni in tedesco di celebri canzoni italiane, Luca ci ha raccontato come la sua passione per la lingua si intrecci con l’obiettivo di orientare i giovani verso nuove opportunità culturali e professionali, cambiando il modo in cui vedono il tedesco.
- Cosa ti ha avvicinato inizialmente alla lingua tedesca e cosa ti motiva oggi a trasmettere questa passione ai giovani?
Io ho iniziato a studiare il tedesco al liceo linguistico, dove l’ho scelto per semplice curiosità. Poi pensavo fosse molto importante approfondire, e mi sono laureato in traduzione specialistica e interpretariato. L’insegnamento poi in realtà è nato per caso, perché in verità prima volevo fare il doppiatore. Una volta ero in sala doppiaggio e mi chiama mia madre, dicendomi che questa scuola in provincia di Varese cercava disperatamente insegnanti di tedesco. Cinque minuti dopo aver inviato il curriculum mi chiamarono dicendomi “Inizi domani”. Sono nel mondo della scuola dal 2016. Ciò che mi motiva è sicuramente la mia passione intrinseca. Poi, secondo me, il tedesco è una sfida, e ai ragazzi piacciono molto le “challenge”. Sicuramente questo mi stimola molto ad insegnare.
- Il tuo metodo di tradurre canzoni dall’italiano al tedesco è innovativo e coinvolgente. Cosa ti ha spinto a portare il tedesco sui social media, e come reagiscono i tuoi studenti a questo tipo di stimoli?
Ci tengo a precisare che quando ho iniziato a tradurre le canzoni in tedesco è stato grazie a due persone: mia sorella e… Fedez. Quando uscì la canzone “Mille”, lui chiedeva sui social le versioni di questa canzone tradotte in varie lingue straniere. Mia sorella mi ha inviato questa storia, ho fatto un video e dal repost di Fedez è nato tutto. E quindi ho detto “Va bene, continuo così”. E i miei studenti hanno anche iniziato a chiedermi di suonare le canzoni in classe. Qui ho colto l’occasione per collegare le canzoni ai vari argomenti che andavo a presentare durante le lezioni, quindi le utilizzavo come input. Ad esempio con Mille, “Tausend”, introducevo i numeri a quattro cifre. A volte le uso anche semplicemente per stemperare e continuare ad imparare in modo leggero, a fine lezione. Un’altra cosa che sto facendo è sperimentare il rap. Gli studenti rappano alcune regole in tedesco. Ad esempio con i ragazzi di prima media abbiamo rappato l’alfabeto. Siamo partiti con una ripetizione in coro, per poi renderla una vera e propria battaglia rap. Credo che queste attività possano motivare molto gli studenti. É anche un modo per dimostrare a chi crede che il tedesco non sia una lingua musicale, che in realtà lo è assolutamente.
- Quali sono, secondo te, i principali vantaggi che il tedesco offre ai ragazzi e con quali mezzi li comunichi durante gli open day?
Innanzitutto il vantaggio maggiore è legato al mondo del lavoro. Noi a Varese siamo vicini alla Svizzera, dove il tedesco è lingua ufficiale. Molte aziende al giorno d’oggi cercano lavoratori che sappiano il tedesco. Credo anche che l’obiettivo più grande sia quello di diventare plurilingui. Ci tengo a precisare che per plurilinguismo intendo che in una situazione si sappia soprattutto come usare la lingua. Il vantaggio di sceglierlo alle scuole medie è sicuramente legato all’età. Quando si è più piccoli si apprende in maniera più veloce. Negli open day mi avvalgo della collaborazione delle mie colleghe e dei miei colleghi di lingue. Presentiamo dei progetti, ad esempio quello madrelingua, o quello di potenziamento. Quando i genitori fanno domande, e chiedono preoccupati “Voi insegnate tanta grammatica?”, la mia risposta è “ni”. La grammatica è intrinseca. Non faccio mai tradizionali lezioni di grammatica. Ho capito in anni di esperienza che questo approccio impaurisce e allontana. Per me è importante invece concentrarsi tanto sullo “Sprechen”, quindi organizzo delle conversazioni in coppia e sottolineo sempre ai ragazzi che non si può imparare parlando da soli. É molto importante l’apprendimento per imitazione. Ad esempio, loro sanno che “scusa” si dice “Entschuldigung”. Io rispondo sempre “Kein Problem”. Allora un bel giorno, ho dovuto scusarmi io, e dal nulla uno studente mi ha risposto “Kein Problem”! É un processo incredibile.
- In che modo pensi che il tuo lavoro contribuisca a veicolare ai ragazzi una visione più moderna e reale della Germania, superando i pregiudizi?
Sicuramente faccio vedere dei video, partendo ad esempio da “Nicos Weg” di Deutsche Welle. Secondo me poi è importante affacciarsi al loro mondo. Anche in Germania esiste l’influencer, lo Youtuber, ecc. Consiglio dei canali da seguire o delle canzoni da ascoltare, ovviamente non quelle arcaiche. Vado molto sul rap tedesco. Poi ho fatto di recente una lezione sui “Berufe” ed è venuto fuori anche “der Youtuber”. Cerco di veicolare questa immagine secondo i loro interessi. É una gran fatica ma funziona.
Intervista di Michela Labriola per Goethe-Institut