Tecnologia e didattica, sì ma con metodologie “docente e allievo”. Pro e contro secondo le ricerche scientifiche

Le tecnologie sono strumenti utili. L’Evidence-Based Education evidenzia però risultati in chiaroscuro in merito all’integrazione delle tecnologie a scuola (Hattie, 2009; Vivanet, 2020).
La soluzione rimane come sempre il mettere al centro del processo educativo le persone: il docente e gli allievi.
I possibili pericoli legati alle tecnologie sono di due tipi:
1. che vi sia per il docente l’obbligatorietà di usare determinate tecnologie e non quelle scelte da lei o lui;
2. cosa più grave! Il seguire le mode e le tendenze passeggere senza riflettere: tutti ricordiamo le aule di 10 anni fa invase dalle LIM- cavallette.
Pro e contro
L’integrazione delle tecnologie a scuola ha ormai fatto nascere due schieramenti contrapposti.
I Pro: molti docenti, dirigenti, allievi e genitori hanno l’impressione che portare a scuola le ultime tecnologie digitali basti per innovare e che ciò risolva quasi tutti i problemi scolastici.
I Contro: vi sono docenti, dirigenti e attori scolastici invece che pensano il contrario, cioè che le tecnologie siano il Male, che uccidano la manualità e standardizzino il pensiero.
La maggioranza silenziosa
La maggioranza, spesso più silenziosa, si pone indubbiamente in varie posizioni intermedie tra le 2 estreme, e questo mi sembra un buon punto di partenza per integrare le tecnologie e sfruttarne al meglio il potenziale.
Le ricerche scientifiche?
Le ricerche scientifiche smentiscono sia il partito dei Pro che quello dei Contro.
Le tecnologie non sono certo la soluzione a tutti i problemi, ma non ne sono neanche la causa.
Il fatto indiscutibile è che esse sono sempre più presenti nelle nostre vite e lo saranno sempre di più in futuro.
Secondo Bonaiuti, Calvani, Menichetti e Vivanet (2020), in generale le tecnologie possono essere integrate a scuola per tre motivi:
1. La tecnologia come argomento di studio per sviluppare competenze digitali.
2. La tecnologia come strumento per favorire l’apprendimento.
3. La tecnologia come strumento per facilitare il lavoro dei docenti.
Le mode
Ogni qualvolta una nuova tecnologia viene sviluppata si parla di come potrà essere integrata a scuola. Alcune di queste entrano in fretta e forse con troppo entusiasmo nelle aule.
10 anni fa era l’epoca della LIM, “LIM per tutti e in tutte le aule”.
Ora è il momento di Escape Room digitale, Apple tv, Cloud, Google Workspace, Smartphone 5 G, BYOD, classe digitale aumentata, setting flessibile passando da 3.0 a 4.0, e qualcuno pensa già di sicuro come sfruttare i Big Data e i Blockchain a scuola.
La giusta domanda
Ma quali tecnologie possono migliorare la didattica e l’apprendimento degli allievi?
La domanda non è corretta.
Le tecnologie e il loro utilizzo non sono un’entità unica, ma una ampia varietà di software, strumenti e strategie per l’apprendimento (Confalonieri, Repetto, 2018), che vanno distinti e analizzati per essere integrati al meglio.
Come favorire l’apprendimento con le tecnologie?
Poniamoci queste domande come politici, dirigenti e docenti.
Che funzione ha una tecnologia? A chi serve? E per cosa o perché?
Aggiungete e analizzate voi la tecnologia che vi serve.
Ma?
Ma attenzione!
Usare le tecnologie in maniera frontale, saltuaria e in percorsi poco articolati, o direi “non progettuali”, non apporta un grande plusvalore.
Vediamo un esempio legato al cercare in rete. L’attività 1 da sola non serve quasi a nulla, mentre abbinata alla 2 e alla 3 può essere utile.
1. Spiego come si cerca online – NO da sola
2. Faccio vedere come io, il docente, cerco un argomento in rete – NI.
3. Sì: dopo aver fatto 1 e 2, faccio cercare argomenti simili agli allievi a coppie o da soli… E non lo faccio fare agli allievi una tantum, ma con regolarità.
Si impara in fretta un programma o una app o una funzione, ma se non si usa più si dimentica altrettanto in fretta.
Le tecnologie possono certamente essere utili quando:
– la didattica segue un approccio centrato sull’allievo (Borkowski, Muthukrishna, 2011)
– l’insegnamento avviene in modo collaborativo e le tecnologie vengono utilizzate in percorsi, che anche se limitati nel tempo, ne prevedano un uso regolare e costante (Higgins et al, 2016).