Ecco perché pagare le tasse universitarie oltre che un dovere morale è anche un obbligo. Per chi non paga le tasse, fino ad un certo periodo di ritardo si rischia una maggiorazione della spesa, con le tasse gravate di sanzioni e interessi, ma poi arriva il peggio, perché si rischia la carriera accademica.
Probabilmente nella storia recente del nostro Paese non c’è mai stato un periodo dove parlare di mancato pagamento delle tasse è la prassi. La grave crisi economica che è scaturita a causa dell’emergenza epidemiologica ha messo in ginocchio imprese, lavoratori e famiglie.
E le priorità in ogni caso sono diventate la spesa quotidiana e le necessità essenziali per la vita di tutti i giorni. Pagare le tasse è un dovere di tutti, ma oggi sono in molti a non poterlo fare perché c’è da pensare ad altro ed a volte ci sono difficoltà anche per comprare i beni primari della vita di tutti i giorni.
Tenere un figlio all’Università, anche se statale, è costoso ed oggi affrontiamo l’argomento delle tasse Universitarie che gli studenti e le loro famiglie devono pagare per avere diritto allo studio. Cosa accade se non queste tasse non vengono pagate?
Pagare le tasse universitarie è un obbligo
In Italia esiste il diritto allo studio ed è sancito dalla nostra costituzione all’articolo 34 che recita tra le altre cose che “capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Proprio il collegamento del diritto allo studio con la Costituzione è alla base dell’Università pubblica che esiste perché dopo la scuola dell’obbligo, lo Stato dovrebbe garantire a chi ne ha le capacità, di raggiungere quelli che la Costituzione chiama “i gradi più alti degli studi”.
Le Università statali ricevono dallo Stato fondi pubblici ogni anno, ma non per questo lo studio universitario è gratuito per gli studenti, poiché ci sono da versare le tasse universitarie. E sembra che siano proprio le tasse universitarie versate dagli studenti a permettere alle Università statali di rimanere in piedi e disponibili per la generalità degli studenti.
Senza le tasse universitarie probabilmente il diritto allo studio potrebbe addirittura venire meno, perché con i fondi statali gli Atenei non arriverebbero a garantire quelle cose che comunemente sono alla base del mantenimento in vita degli Atenei stessi, cioè stipendio docenti, borse di studio ai meritevoli e aiuti ai meno abbienti.
Agevolazioni per studenti
Esenzioni per reddito, per merito scolastico o per invalidità sono le vie che genericamente consentono agli studenti di non pagare le tasse universitarie o di pagarle in misura ridotta. In linea di massima esiste per esempio, l’esenzione totale dal pagamento delle tasse per studenti che provengono da famiglie che hanno redditi al di sotto di una determinata soglia. In genere è l’Isee il parametro usato per verificare il diritto all’esenzione per determinati studenti.
Ci sono poi esenzioni per meriti scolastici e allora può capitare che chi ha ottenuto il diploma di scuola superiore, che è quello necessario per l’iscrizione ai corsi di laurea, con il massimo dei voti (100/100), è esentato dal versamento delle tasse al primo anno di iscrizione. E la stessa cosa è appannaggio di studenti riconosciuti invalidi dalle competenti autorità mediche delle Asl, in misura pari ad almeno il 66%. La lista delle esenzioni è lunga ed a volta varia da Ateneo ad Ateneo e da corso di laurea a corso di laurea.
Se queste sono le vie per essere esonerati dal pagamento delle tasse al primo anno, per continuare ad essere esenti molto conta il merito scolastico perché in linea di massima occorre meritare l’esonero raggiungendo i 10 crediti formativi al secondo anno e 25 al terzo. E poi da Università ad Università sono previste riduzioni delle tasse per gli stessi motivi sopra citati, magari per fasce reddituali ed Isee sopra la soglia massima prevista per l’esenzione totale, ma entro determinati altri limiti.
Infatti, con decreto del Miur per esempio nel 2020 in materia tasse universitarie, è stata implementata la fascia della no tax area fino a 20.000 euro, mentre sopra 20.000 e fino a 30.000 euro, sono state previste riduzioni dall’80% al 10% con un meccanismo a scalare e basato sul principio della progressività, come devono essere eventuali altre agevolazioni previste localmente dagli Atenei ed in piena loro autonomia, come lo stesso decreto del Miur sancisce.
Mancato pagamento delle tasse universitarie
Esenzioni ed esoneri in base a redditi o ad altri fattori, sono le uniche vie legali per non pagare le tasse universitarie o per avere uno sconto. Non pagare le tasse universitarie di propria iniziativa significa commettere un illecito e come tale soggetto a sanzioni ed interessi.
E queste sanzioni possono essere piuttosto pesanti perché oltre alla messa in mora, con solleciti di pagamento gravati di sanzioni ed interessi, si può arrivare anche al blocco della carriera di studio.
La cosiddetta indennità di mora è una maggiorazione economica applicata sul rateo della tassa non pagata, che l’Ateneo applica in maniera proporzionale ai giorni di ritardo rispetto alla scadenza originaria. Più giorni passano senza pagamento, più aumenta la spesa da sostenere. L’indennità di mora poi, non è eterna dal momento che ha una scadenza prestabilita. Infatti se non si paga entro il periodo massimo concesso in cui saldare l’importo dovuto maggiorato della relativa indennità di mora, può scattare la procedura di blocco della carriera accademica. In pratica con il blocco non si possono dare esami, prenotare appelli e così via.
Ogni Ateneo ha delle sue precise regole per la mora e per il blocco di carriera, sia come importi che come periodo concesso per regolarizzare la posizione senza incorrere di fatto nella chiusura della possibilità di laurearsi.