Rientro a settembre, ore aggiuntive ai docenti e meno agli studenti. Soluzioni prospettate

“Siamo concentrati sulla distanza tra gli alunni con il metro: noi abbiamo cominciato a ragionare sul lavoro all’esterno, che significa anche cambiare il modello didattico”.
A dirlo Patrizio Bianchi, capo task force, in audizione alla Camera.
Scuola al centro del territorio
“La scuola – ha detto Bianchi- deve essere al centro del territorio, deve essere il motore del territorio, servono patti educativi di comunità coinvolgendo tutto il territorio nella gestione ordinaria della scuola, non solo in occasione della gita. Il rapporto oggi è conflittuale, deve tornare ad essere coeso”.
Durata lezioni
“Sulle lezioni di 40-50 minuti decideranno gli organi collegiali. Bisogna trovare tempo per dare ascolto ai singoli studenti”. “Molte scuole non hanno un problema di spazi, in Abruzzo come in Valle d’Aosta ci sono scuole con pochissimi bambini”, ha detto ancora Bianchi in audizione. Per la task force infine, “le scuole paritarie non sono un accessorio, soprattutto nella fascia 0-3 anni”.
Numero alunni per classe e ore aggiuntive ai docenti
Ha anche suggerito un adattamento del numero di alunni per classe in base agli spazi disponibili e al distanziamento previsto; di rimodulare l’orario annuale e anche la durata delle lezioni; di innovare la didattica e valorizzare gli educatori; di impegno didattico dei docenti anche col ricorso alle ore aggiuntive.
Innovazione didattica
E ancora: attivazione di gruppi di auto-aiuto tra studenti con individuazione di tutor fra pari; incremento spazi di apprendimento, interni oppure esterni agli edifici scolastici; riprogettazione dei percorsi per le competenze trasversali; rivisitazione dei nuclei essenziali delle discipline; innovazioni didattiche.
Spazi esterni
Il Comitato propone dunque di riorganizzare le attività didattiche prevedendo di svolgerle negli spazi esterni alla scuola come parchi, strutture sportive o spazi culturali; di ridurre il numero di alunni per classe; di stringere alleanze con le comunità culturali e quelle educative di ogni città con il supporto dei sindaci; di prevedere misure per il sostegno agli studenti con disabilità e il reclutamento di assistenti sociali, psicologici e sociologici perchè “i nostri insegnanti in questa fase sono stati messi a durissima prova e lo saranno dei prossimi anni. Occorre dotarli di capacità di gestione delle emozioni ma non vanno caricati troppo: va allargata la comunità educante”.
Modalità blended
Infine la task force ha proposto di creare gruppi di apprendimento con un numero di allievi adeguato agli spazi effettivamente disponibili nelle scuole, ma anche in spazi reperiti all’esterno, e la rimodulazione del tempo delle lezioni in modo da offrire “le attività in presenza per il maggior numero di allievi ed un ricorso selezionato e consapevole a modalità blended”.