Taglio alle pensioni, parla l’ex preside: “Ho lavorato oltre 40 anni a scuola, anche 12 ore al giorno. Perché lo Stato considera i pensionati dei bancomat?”

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Marco Panti, 71 anni, ex dirigente scolastico con una lunga carriera alle spalle, non si aspettava di diventare il simbolo della lotta contro il taglio alle rivalutazioni delle pensioni.

Eppure, il suo ricorso, presentato insieme ad altri colleghi pensionati, ha portato a una storica ordinanza della Corte dei Conti che apre le porte ad un possibile giudizio di incostituzionalità da parte della Consulta.

“Non ne faccio una questione politica”, precisa subito Panti, “sono vent’anni che i governi tagliano le pensioni. Il mio ricorso riguarda anche il 2022, oltre al biennio 2023-2024”. La sua battaglia legale nasce da un profondo senso di ingiustizia: “Ho lavorato oltre 42 anni nella scuola, anche dodici ore al giorno. Perché i governi, compreso questo, devono punire anziché premiare il lavoro onesto?”.

Panti contesta la narrazione che dipinge i pensionati come privilegiati: “Il taglio colpisce dai 2.300 euro lordi in su, non mi pare una pensione d’oro”. Per l’ex preside, la misura del governo Meloni tradisce il patto tra lavoratore e Stato: “Lavori per una vita, poi vai in pensione e ti cambiano le regole”.

La decisione di presentare ricorso nasce da una proposta lanciata su Facebook, nel gruppo “Dirigenti scolastici in pensione” che Panti ha fondato: “Il taglio di Meloni mi sembrava insopportabile, alla luce di un’inflazione schizzata all’8,1%”. Venti colleghi hanno aderito all’iniziativa, trovando supporto legale in due avvocati di Siracusa.

Panti respinge l’etichetta di leader della rivolta: “Se il mio ricorso è passato e gli altri no, è solo un caso”. Ciò che gli preme è sottolineare l’ingiustizia di un sistema che penalizza chi ha contribuito per una vita al benessere del paese: “I pensionati sono diventati il bancomat dello Stato”. E conclude con un appello al governo: “Meloni faccia la patriota sul serio. E pensi davvero all’Italia, non a punire chi ha lavorato una vita per la scuola”.

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