Tablet e pc nella didattica, importante il ruolo educativo del docente anche al loro uso
Potrebbe non essere un caso che la maggior parte dei docenti ha scelto di destinare il bonus da 500 euro in tablet e pc.
Nella scuola digitale, gli strumenti che parlano in linguaggio binario potrebbero cominciare a marcare una piccola rivoluzione: una sorta di riforma della scuola al di là di quanto pianificato nei Palazzi delle Istituzioni.
Il tablet sostituisce il libro di testo
Esistono già casi in cui tablet e pc, per la loro capacità di accedere a un numero non quantificabile di fonti, stanno sostituendo il libro in classe. A tornare sull’argomento è anche il Sole 24 Ore che in un articolo si domanda se questi nuovi dispositivi elettronici possano rovinare la capacità di lettura e di scrittura degli alunni.
Che cosa dice la ricerca
La risposta, per il giornale della Confindustria, è nella ricerca presentata ImparaDigitale e dal Cnis dell’Università di Padova con il supporto di Acer for Education. Riassunta in una frase: tutto dipende dall’insegnante.
Secondo Daniela Lucangeli, docente di Psicologia dello sviluppo e pro-rettore dell’Università di Padova e coordinatrice della ricerca “Noi conosciamo le cose, ma non conosciamo le cause delle cose. La scuola non solo può, ma deve soddisfare le esigenze educative fondamentali: dobbiamo creare spazi in cui noi governiamo il digitale e lo sfruttiamo per toglierci l’ansia del sapere, in piena consapevolezza dei pericoli e dei rischi. In questo la scuola ha un potenziale immenso, fatto di un numero infinito di connessioni che ogni docente ha a disposizione“.
Che cosa riserva il futuro
La questione è destinata a riproporsi sempre di più in futuro, soprattutto in considerazione del fatto che fra qualche anno i ‘nativi digitali’ saranno genitori di figli ancora più digitali. Già adesso i bambini vivono in famiglie dove i fratelli più grandi e i genitori usano il telefonino come device elettronico come se fosse un piccolo tablet o un pc in miniatura. E’ molto basso l’uso per la telefonata classica.
Criticità
Tuttavia, secondo la ricerca, se esistono criticità positive, ne esistono anche di negative, come spiega Maria Lidia Mascia, la ricercatrice del Cnis: “Non si sono rilevate differenza significative nella scrittura tra le classi che utilizzano frequentemente il digitale e quelle che non lo utilizzano, ma abbiamo rilevato significative differenze a livello di processi cognitivi, soprattutto in termini di valori più elevati di memoria visuo-spaziale e intelligenza fluida, il che implica la capacità di affrontare i problemi da diversi punti di vista“.
Le criticità negative sono invece più note: tendenza all’isolamento, stress relazionale, depressione, sonno disturbato e via dicendo. Ed è qui che dovrebbe entrare in gioco l’effetto educativo della scuola, inteso in un senso lato e non solo didattico.
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