Susanna Tamaro: “I figli di oggi vengono contemplati dai genitori e non più stimolati. Il male si combatte con l’educazione”
In un’accorata riflessione pubblicata sul Corriere della Sera, la scrittrice Susanna Tamaro lancia un grido d’allarme sulla deriva della società contemporanea, intrappolata in un vortice di iperconnessione, violenza gratuita e assenza di valori.
Ripercorrendo il suo libro per ragazzi “Il Cerchio Magico” (1995), Tamaro evidenzia come la sua profezia di un mondo dominato da un “orco” che impone un’esistenza vuota e obbediente si sia tragicamente avverata. L’avvento di internet e degli smartphone, lungi dal promuovere un’evoluzione umana, ha alimentato una pericolosa regressione, dove l’individuo, saturo di stimoli effimeri e immagini violente, smarrisce la propria consapevolezza e la capacità di distinguere il bene dal male.
La scrittrice denuncia l’indifferenza con cui si assiste al dilagare di passività, autolesionismo e dipendenze tra le giovani generazioni, sottolineando come l’esposizione costante alla violenza mediatica non possa lasciare il cervello umano indenne. “Il cervello è come una spugna”, scrive Tamaro, “assorbe tutto e, se non viene educato a filtrare, restituisce ciò che ha assorbito”.
Al centro del suo j’accuse, la pericolosa retorica del “bambino perfetto“, che deresponsabilizza gli adulti dal compito educativo e alimenta l’illusione di un’esistenza senza sforzi e senza confronti con le proprie debolezze. “Un tempo”, ricorda Tamaro, “la società, la scuola, la famiglia erano consapevoli che i difetti dei bambini andavano corretti”. Oggi, invece, si preferisce ignorare il male che alberga in ognuno di noi, finendo per esserne travolti.
L’appello della scrittrice è un invito a reagire a questa deriva, a “dire basta” all’indifferenza e alla cultura del nulla. In particolare, Tamaro punta il dito contro la leggerezza con cui si affronta il tema delle droghe, ricordando come queste sostanze, lungi dall’essere innocue, anestetizzino la volontà e spingano l’individuo verso l’abisso.
Concludendo la sua riflessione con una citazione biblica (“Beato l’uomo che non siede nel consesso dei beffardi”), Susanna Tamaro invita a non cedere alla derisione e al cinismo di chi nega ogni valore, ma a schierarsi dalla parte di chi ancora crede nella possibilità di costruire un futuro migliore, fondato sulla consapevolezza, la responsabilità e la forza di volontà.