Supplenze sostegno 2023/24, i posti in deroga a docenti senza titolo e gli specializzati “a casa”. Qualcosa non funziona

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Supplenze docenti 2023/24: qualcosa non funziona nell’attribuzione delle nomine su posti di sostegno. In base all’OM n. 112 del 6 maggio 2022 ogni docente partecipa ad un solo turno di nomina e per le sole disponibilità presenti in quel turno: se la coincidenza tra preferenze espresse nella domanda presentata al buio entro lo scorso 31 luglio e le disponibilità di quel turno coincidono bene, altrimenti il docente viene considerato rinunciatario e potrà partecipare solo alle supplenze temporanee da graduatorie di istituto.

Inutile dire che in alcune province c’è confusione, perchè gli Uffici Scolastici devono comunicare ai Dirigenti Scolastici l’elenco dei docenti cosiddetti rinunciatari, oltre a quello di chi avendo ricevuto spezzone in presenza di posti interi perde il diritto al completamento.

Ma uno dei motivi di malcontento da parte dei docenti è la modalità con cui vengono assegnate le supplenze su posti di sostegno che costituiscono un numero ampio e destinato ad aumentare degli incarichi 2023/24.

Quanti docenti pur essendo specializzati sono stati considerati rinunciatari e non possono partecipare ai turni successivi di nomina, in cui vengono offerti posti in deroga non presenti al loro turno?

L’algoritmo e le “disponibilità successive”

L’art. 12, comma 10, dell’ordinanza ministeriale n. 112/2022 afferma: “L’assegnazione dell’incarico rende le operazioni di conferimento di supplenza non soggette a rifacimento. La rinuncia all’incarico preclude, altresì, il rifacimento delle operazioni anche in altra classe di concorso o tipologia di posto. Le disponibilità successive che si
determinano, anche per effetto di rinuncia, sono oggetto di ulteriori fasi di attribuzione di supplenze nei riguardi degli aspiranti collocati in posizione di graduatoria successiva rispetto all’ultimo dei candidati trattato dalla procedura, fatto salvo il diritto al completamento di cui al successivo comma 12″.

Tra i rinunciatari i docenti per i quali l’algoritmo non ha trovato la corrispondenza tra preferenze e disponibilità.

I posti di sostegno in deroga sono però tipologie di posto che non sono definibili a priori.

E dunque capita sempre più spesso che il posto finisce con l’essere conferito a docente privo del titolo di specializzazione, in quanto posizione inferiore al docente considerato rinunciatario per un posto che non esisteva al suo turno di nomina.

Il problema è la gestione delle disponibilità

Il problema, di per sé, non riguarda l’assegnazione ai docenti privi del titolo di specializzazione. Il problema è quello di non riuscire ad assicurare agli alunni con disabilità il docente specializzato per un contorto sistema di assegnazione delle supplenze in cui si rischia di perdere di vista l’obiettivo.

Ma l’algoritmo, almeno per quest’anno, non torna indietro.

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