Supplenza GPS e malfunzionamento algoritmo: docente risarcita con 7mila euro. Il Tribunale di Torino condanna il Ministero [PDF]

WhatsApp
Telegram

L’utilizzo dell’algoritmo per l’assegnazione delle supplenze ha, negli ultimi anni, sollevato una serie di polemiche legate a possibili malfunzionamenti, tra cui le diffuse segnalazioni di aver ricevuto incarichi con un numero ridotto di ore o addirittura la mancata assegnazione di incarichi, a fronte di assegnazioni più favorevoli per docenti colleghi con punteggi inferiori. Il Tribunale di Torino ha recentemente affrontato la questione, risalente a un errore commesso dall’algoritmo per l’anno scolastico 2021/2022.

La vicenda seguita dal sindacato Anief riguarda una docente inserita nella seconda fascia delle GPS che, nell’anno scolastico 20211/2022, aveva ricevuto un contratto di sole 9 ore settimanali, nonostante avesse espressamente richiesto il completamento dell’orario, come previsto dall’art. 12, comma 10, del Decreto n. 60 del 10 Luglio 2020.

Anche in presenza di posti disponibili, l’algoritmo non aveva corretto la situazione, lasciando la docente in attesa fino a ottobre, quando le era stato assegnato un incarico aggiuntivo di sole 6 ore. Nel frattempo, altri insegnanti con punteggi inferiori avevano già ricevuto cattedre con orari più completi​.

Il Tribunale di Torino su ricorso presentato dai legali Giovanni Rinaldi. Fabio Ganci, Walter Miceli e Nicola Zampieri con la sentenza n. 2287 del 20 settembre 2024, ha riconosciuto che l’algoritmo ha svantaggiato la docente, negandole il diritto al completamento dell’orario. Il giudice ha rilevato che la docente, dopo la prima nomina di 9 ore, avrebbe dovuto ottenere ulteriori incarichi per completare l’orario lavorativo, ma tali spezzoni sono stati assegnati a colleghi con punteggi più bassi.

Pertanto, il Ministero dell’Istruzione e del Merito è stato condannato al risarcimento, pari all’ammontare di tutte le retribuzioni che le sarebbero spettate, di € 4.568,69, oltre agli interessi legali, per il danno subito dalla docente a causa del malfunzionamento dell’algoritmo.

Inoltre, il Tribunale ha riconosciuto alla docente altri € 2.500 per il mancato riconoscimento della Carta Docente come ulteriore forma di legittimazione dei suoi diritti: la docente, infatti, pur avendo avuto contratti a tempo determinato (fino al 30 Giugno) già dall’anno scolastico 2017/2018, non aveva mai usufruito del beneficio economico previsto per l’aggiornamento e la formazione del personale docente.

Il Tribunale di Torino rileva così la sussistenza del diritto di ottenere la Carta Docente anche con riferimento alle supplenze annuali o fino al termine delle attività didattiche, come già affermato dalla Cassazione nella sentenza n. 29961 del 27 Ottobre 2023.

La sentenza del Tribunale di Torino

WhatsApp
Telegram

Abilitazione all’insegnamento 30 CFU. Corsi Abilitanti online attivi! Università Dante Alighieri