Supplenze docenti da Gps sbagliate, Anief chiede trasparenza e di non penalizzare chi ha rifiutato cattedre lontane

I continui errori sull’attribuzione delle nomine del personale docente, attraverso delle Graduatorie provinciali delle supplenze tutte da rivedere, stanno confermando la scarsa vena organizzativa del ministero dell’Istruzione sul reclutamento scolastico.
A sostenerlo è il sindacato Anief che negli ultimi giorni ha presentato formale richiesta al Ministero dell’Istruzione per accedere al codice sorgente telematico da cui con ogni probabilità deriva il caos-nomine che sta caratterizzando questo inizio di anno scolastico, con danno non indifferente sulla didattica, a partire da quella ‘speciale’ di sostegno agli alunni disabili. Inoltre, il sindacato autonomo ha chiesto ai dirigenti dello stesso ministero, nella riunione di ieri con l’amministrazione, di introdurre delle urgenti modifiche al sistema organizzativo e informatico.
“Abbiamo chiesto l’accesso al software – ha detto oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, in un’intervista ad Orizzonte Scuola – perché bisogna capire cosa sia successo nella gestione dell’algoritmo che assegna le supplenze. Ci sono docenti con punteggi con due zeri rimasti senza incarico, è un fatto eclatante”. Il sindacalista ha anche ricordato che i docenti costretti a non accettare cattedre troppo lontane dalla propria residenza “non possono prendere incarico da MAD. Il sistema è evidentemente sbagliato e genera altra precarietà. Avevamo chiesto di eliminare questo ennesimo vincolo”.
Pacifico ha quindi ricordato che la mancata stabilizzazione dei precari storici, pur in presenza di tantissimo posti liberi precise direttive dell’Unione europea per combattere la reiterazione delle supplenze dopo 36 mesi di servizio svolto, comporta seri problemi di turn over. In Italia, ha detto il leader dell’Anief, ci ritroviamo con “la classe docente più vecchia del mondo, questo sempre a causa della precarietà. L’età media degli immessi in ruolo è 45 anni. Più del 50% è sulla soglia dei 60 anni. Avere la classe più vecchia del mondo è una patologia”, ha concluso il presidente del giovane sindacato rappresentativo della scuola.
Nel frattempo, Anief continua a difendere i docenti danneggiati da questa pessima gestione delle Gps presentando appositi ricorsi, predisposti proprio per tutelare i loro diritti lesi da un sistema fortemente da rivedere.