Supplenze docenti, ASV: “Anche quest’anno caos ed errori nell’assegnazione delle cattedre. Interrogazione a Valditara”

“Anche quest’anno la procedura automatizzata online utilizzata dal Ministero dell’istruzione per assegnare le supplenze ha prodotto migliaia di errori nell’assegnazione delle cattedre poiché l’algoritmo, esattamente come nel 2022, non ha tenuto in considerazione alcuni parametri, con il risultato che molte cattedre sono state assegnate a chi aveva meno titoli rispetto ai colleghi”.
Lo scrive l’Alleanza Verdi Sinistra al ministro Valditara con un’interrogazione parlamentare al governo, primi firmatari Franco Mari ed Elisabetta Piccolotti.
“Vogliamo sapere dal governo quali iniziative urgenti intenda assumere per porre rimedio agli errori prodotti dall’algoritmo nell’assegnazione delle cattedre da graduatorie provinciali per le supplenze al fine di consentire un corretto avvio dell’anno scolastico senza penalizzazioni per insegnanti, alunni, famiglie e qualità dell’insegnamento”, chiedono i due parlamentari.
“Secondo i dati della Flc Cgil – si legge nell’atto ispettivo – sono circa 100mila le cattedre da assegnare tra le supplenze e altri 80 mila posti in deroga per il sostegno e la domanda andava presentata online entro il 31 luglio; visto il caos generatosi lo scorso anno scolastico, le organizzazioni sindacali avevano segnalato diversi malfunzionamenti avanzando puntuali osservazioni e proposte di soluzione dopo i contenziosi nati da evidenti errori dell’algoritmo, ma il ripetersi dei medesimi errori lascia immaginare che il ministero non abbia provveduto, quantomeno non in modo esaustivo, ai dovuti interventi di manutenzione dell’algoritmo”.
“A gestire la procedura automatizzata, secondo quanto riporta «Wired», c’è un raggruppamento di imprese composto da Enteprise services Italia, società informatica controllata dalla multinazionale statunitense Dxc Technology e da Leonardo, e il valore della gara è pari a 5,3 milioni di euro“, prosegue ASV nell’interrogazione.
“E poi – aggiungono i parlamentari – di là dell’algoritmo, permangono diverse problematiche fondamentali: la prima è che gli interessati sono stati costretti ad esprimere le loro scelte senza conoscere le effettive disponibilità dal momento che i posti disponibili non sono stati resi noti in anticipo, la seconda questione riguarda i posti che vengono resi disponibili ad assegnazioni già avviate. In questo caso, i docenti con maggiore punteggio e quindi in posizione più favorevole in graduatoria, coinvolti nei primi turni di nomina, trovano un numero di posti limitati senza possibilità di «ripescaggio» in caso di disponibilità sopravvenute durante il prosieguo delle operazioni”.
“Un’altra criticità è rappresentata dal fatto che la verifica dei titoli viene fatta all’atto dell’assunzione – nella migliore delle ipotesi entro 10 giorni dopo la presa di servizio – per cui se i punteggi dovessero essere modificati per qualsiasi motivo si licenzia l’aspirante assunto e si riscorre la graduatoria per individuare il nuovo docente, generando una catena di cambi di insegnanti ad anno scolastico avviato“, continuano Piccolotti e Mari.
“È evidente che l’informatizzazione dell’assegnazione delle supplenze è stata studiata ed elaborata in modo errato”, osservano.
“Ed è incomprensibile anche la scelta di rendere quasi simultanea l’immissione in ruolo di circa 50 mila docenti e l’assegnazione delle cattedre ai restanti 170 mila e più supplenti annuali, così che i primi non hanno potuto cancellarsi per tempo dalla graduatoria delle supplenze, bloccando cattedre che sono state poi assegnate in un «secondo turno», mentre i secondi si sono trovati costretti a scegliere le sedi di servizio «al buio», potendo solo optare tra il rischio di insegnare anche a 100 chilometri da casa o di non potere accettare l’incarico e rimanere disoccupati“, concludono i parlamentari.