Supplenze brevi docenti, spesi quasi un miliardo di euro. Ma dal 2025 si cambia: alert per segnalare anomalie

In arrivo una svolta nella gestione delle supplenze per il personale scolastico (docenti e ATA). Come già riferito nei giorni scorsi, il Ministero dell’Istruzione e del Merito, di fronte a una spesa che ha toccato quota 1 miliardo e 239 milioni di euro nell’anno scolastico 2023/24, ha varato un piano di razionalizzazione.

“L’innovazione digitale rappresenta la chiave per garantire trasparenza ed efficienza nella gestione delle risorse pubbliche”, sottolineano i capi dipartimento Carmela Palumbo e Jacopo Greco, firmatari del documento.

I numeri fotografano una situazione complessa: 801mila contratti per i docenti, di cui 695mila per periodi inferiori al mese, hanno generato una spesa di 970 milioni di euro. Sul fronte del personale ATA, le supplenze hanno richiesto un investimento di 269 milioni, con 141 milioni destinati alle sostituzioni sotto i 30 giorni. Per arginare questa tendenza, dall’anno scolastico 2024/25 entrerà in funzione un sistema informatizzato di monitoraggio in tempo reale. “Il nuovo applicativo Gestione contratti permetterà di individuare tempestivamente eventuali anomalie”, precisano dal Ministero, “richiedendo ai dirigenti scolastici motivazioni dettagliate per ogni scelta effettuata”.

Le nuove disposizioni operative

Le direttive ministeriali stabiliscono criteri rigorosi per le sostituzioni. Per i docenti, il primo giorno di assenza non prevede supplenze, salvo situazioni eccezionali legate alla sicurezza o alla continuità didattica. Le assenze fino a dieci giorni dovranno essere gestite attraverso l’organico dell’autonomia, escludendo l’utilizzo del personale di potenziamento per le supplenze brevi.

Regole specifiche anche per il personale ATA: gli assistenti amministrativi potranno essere sostituiti esclusivamente nelle scuole con organico ridotto (meno di tre unità), mentre per assistenti tecnici e collaboratori scolastici le nomine seguiranno tempistiche prestabilite. “Il sistema introduce anche strumenti di benchmarking territoriale“, evidenziano i vertici ministeriali, “per permettere un confronto costruttivo tra realtà scolastiche analoghe”.

NOTA

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