Supplenze, ancora caos e proteste. Per il Governo nessun problema. La Lega propone un tavolo ministeriale per risolvere i problemi
Problemi su problemi. Proseguono le segnalazioni di insegnanti esclusi o penalizzati dall’algoritmo delle supplenze. Fra chi invoca le nomine in presenza e chi invece propone di istituire un tavolo ministeriale ad hoc, la situazione non sembra però preoccupare l’attuale Governo.
E la conferma è arrivata dalle parole di Mario Draghi in conferenza stampa venerdì 16 settembre, l’ultima da premier: “Il ministro Bianchi ci ha detto, in Consiglio dei Ministri, che le scuole si sono aperte, ancora una volta, dopo l’anno scorso, in buon ordine, tutti gli insegnanti sono in classe malgrado le previsioni di disastri, di disagi, di mancanza di centinaia di migliaia di insegnanti”, ha affermato il premier.
Poi ha aggiunto: “Tutto è andato diversamente perché il ministro Bianchi e il Ministero dell’Istruzione hanno lavorato da gennaio per un ritorno in classe ordinato e non due mesi prima”.
In effetti, già il titolare del Ministero di Viale Trastevere aveva riposto alle accuse di caos, specialmente sulle supplenze: “Non c’è un problema di cattedre ci sono 40-44mila supplenti ossia il 5% del totale, sono insegnanti che coprono quelle naturali e necessarie situazioni di chi è in malattia, maternità o svolge altra attività politica e sindacale”.
Pertanto, secondo il Ministro Bianchi, i sindacati hanno “lanciato una provocazione per riportare la scuola al centro dell’attenzione. Ma noi abbiamo lavorato per fare le supplenze prima del primo settembre, non dopo come si faceva un tempo”.
Appare discordante il pensiero dei diretti protagonisti, ovvero i precari che in questi giorni sono alle prese con le assegnazioni delle cattedre vuote. L’algoritmo ha di nuovo colpito, mettendo in evidenza moltissime penalizzazioni o addirittura esclusioni impreviste.
“I problemi nascono spesso già dalle prime assegnazioni, in quanto alcuni docenti non trovano corrispondenza fra il punteggio maturato e quello effettivamente pubblicato in GPS dall’Ufficio Scolastico di appartenenza; tali errori non sempre vengono corretti e si ripercuotono in sede di assegnazione (a beneficio di qualche furbo e a danno di chi lavora correttamente). Oltre alle correzioni assenti, inoltre accade che non ci sia verifica di titoli da parte dell’USP né degli istituti il cui personale prende servizio su supplenza e ci si trovi “scavalcati” da chi non avrebbe diritto ad una supplenza“, spiega in una lettera un gruppo di docenti precari che scrive ad Orizzonte Scuola.
“Il sistema di conferimento delle supplenze in modalità telematica si è rivelato fallimentare. Dalla Lombardia alla Sicilia, l’algoritmo ha generato enormi quantità di errori per cui ci troviamo con docenti assegnati a posti inesistenti, scavalcati, erroneamente considerati rinunciatari e con un enorme disagio delle scuole e violazione del diritto al lavoro per migliaia di insegnanti precari”, si legge in un comunicato stampa del sindacato USB, che ritiene “l’unica soluzione opportuna e necessaria”, “tornare alle convocazioni in presenza che garantiscono trasparenza nelle operazioni e una soluzione immediata dei problemi che possono sempre verificarsi”.
Il pressing per tornare alla nomine in presenza arriva anche dal fronte politico. La Lega, per bocca del sottosegretario uscente Rossano Sasso, propone infatti di cancellare l’algoritmo: “Ho chiesto più volte di superare tale strumento, ma niente; purtroppo anche su questo Pd e M5S mi hanno isolato. Con la motivazione della rapidità dei tempi ottenuta grazie allo strumento informatico stiamo penalizzando i nostri lavoratori. Se proprio non riusciamo a farlo funzionare, allora cancelliamo l’algoritmo e torniamo alle nomine in presenza”.
Ma sempre dalla Lega arriva una proposta di cui dovrà occuparsi il prossimo esecutivo: “la grana del caos nomine per le supplenze sarà affrontata in uno specifico tavolo ministeriale allestito per l’occasione”, annuncia il senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama, che “sulla questione da tempo segnalava i rischi legati a errori, mancato aggiornamento delle graduatorie, pasticci e accavallamenti normativi, procedure innovative (algoritmo) non sufficientemente collaudate”.
Il leghista ricorda di avere già “accennato a errori e ritardi conseguenza dei tempi impossibili ai quali la gestione amministrativa è troppe volte condannata da una politica schizofrenica e dall’assenza di una regia competente a livello ministeriale”.
Secondo Pittoni “sono diverse le ragioni di questa tempesta perfetta, tra cui qualche azzardo normativo senza approfondire i possibili effetti collaterali. Al tavolo si raccoglieranno tutte le segnalazioni per poi mettere a punto i correttivi necessari. Quanto subiscono in queste settimane i docenti precari – conclude Pittoni – non dovrà più ripetersi”.