Sulle pensioni si rischia di andare di male in peggio, Pacifico (Anief): “Opzione donna e Ape sociali vanno allargati a tutto il personale scolastico, altro che cancellati”

“Sul trattamento previdenziale dei dipendenti si sta procedendo male, ma ora si rischia di andare ancora peggio: bisogna assolutamente evitare la scomparsa degli anticipi pensionistici, che anzi devono essere ampliati e attuati senza penalizzazioni perché vi sono professioni, come quella dell’insegnante, che non sono compatibili con un’uscita forzata dal lavoro a 67 anni”.
A dichiararlo è stato oggi Marcello Pacifico, a margine del secondo giorno del IV congresso nazionale Anief, subito dopo la sua conferma per acclamazione a capo del giovane sindacato. A Pacifico è stato chiesto come valutasse il fatto che, come riferito dalla stampa specializzata, gli anticipi pensionistici “Opzione Donna e Ape Sociale sono destinate a scadere nel 2025, a meno di nuove proroghe” e che “il loro destino, come quello di altre possibili misure di flessibilità in uscita, sarà al centro del dibattito politico nei prossimi mesi.
Come già detto alcuni giorni fa, replicando al Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti disposto a ragionare su misure di riforma a lungo termine, Pacifico ha detto di essere d’accordo nel “sostenere disposizioni normative in risposta alla denatalità, ma nello stesso tempo va introdotta una politica di deroghe che sostengono i lavoratori impegnati in attività gravoso o, come nella scuola, portatrici in alta percentuale di burnout. Gli anticipo Opzione donna e Ape sociali vanno allargati a tutto il personale scolastico, altro che cancellati. Allo stesso tempo – ha continuato il leader dell’Anief – occorre pure separare nella gestione del bilancio dell’INPS il welfare dalla spesa per le pensioni. Se non scorporiamo lo stato sociale dal bilancio dell’Istituto di previdenza si rischia di andare verso il default. E sui pensionamenti ritardati di lavoratori stressati e con disturbi e patologie si rischia di andare sempre peggio”.
Il sindacalista ha infine ricordato che se la riforma Fornero-Monti dovesse entrare a regime pieno, “un’ giovane insegnante precario potrà andare in pensione solo dopo avere versato quasi 50 anni di contributi. Se a questo aggiungiamo il probabile burnout a cui andrà incontro, con mancata considerazione del rischio biologico, e il sicuro assegno di quiescenza vicino alla soglia di povertà, c’è da mettersi le mani nei capelli. Ma non lo dice solo Marcello Pacifico: provate a fare una prova con il simulatore Inps “Pensami – Pensione a misura” e ve ne renderete conto anche voi”.
Pacifico è tornato infine a chiedere “il riscatto gratuito degli anni universitari, come chiesto anche più volte dall’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico, così da arriverà ad un accumulo di anni meno problematico. Come pure l’adozione per il personale scolastico dei parametri di accesso alla pensione previsti per i lavoratori delle forze armate, permettendo al personale della scuola, uomini compresi, di lasciare in ogni caso il lavoro a 62 anni e senza tagli all’assegno di pensione”.