Sul regolamento del Sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione

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di Giovanni Bachelet e Francesca Puglisi (Partito Democratico) – Il PD è favorevole allo sviluppo di un sistema nazionale di valutazione del sistema scolastico (Snv), secondo le linee guida del breve documento programmatico "Valutazione e rilancio della scuola italiana", approvato nel 2010 dall’assemblea nazionale.

di Giovanni Bachelet e Francesca Puglisi (Partito Democratico) – Il PD è favorevole allo sviluppo di un sistema nazionale di valutazione del sistema scolastico (Snv), secondo le linee guida del breve documento programmatico "Valutazione e rilancio della scuola italiana", approvato nel 2010 dall’assemblea nazionale.

Rispetto a queste linee risultano incompatibili (1) l’ipertrofia del Miur a danno dell’indipendenza e autonomia del Snv (2) la carenza o assenza di coordinamento con l’attuazione del titolo V della Costituzione (vedi doc. PD accluso), con la legge 953 sull’autogoverno delle scuole autonome (sulla quale il Governo ha da poco dato parere favorevole) e perfino con le indicazioni nazionali emanate dallo stesso Miur in questi mesi (scuola primaria: perché prove in seconda e quinta anziché terza e quinta?) (3) la mancata previsione di risorse umane e finanziarie adeguate ai compiti di indagine e miglioramento che il regolamento affida al Snv (vedi documento PD 2010).

Per molti altri aspetti, invece, le linee guida del regolamento presentato al CdM dello scorso 9 agosto sono ampiamente compatibili con quelle del PD, se non ad esso ispirate; risalgono, del resto, a governi di centrosinistra l’istituzione dell’Invalsi, la promozione della ricerca educativa su base regionale e nazionale, il sostegno all’autonomia scolastica.

Proprio perché punta ad un serio, robusto e condiviso Snv e giudica questa bozza di regolamento abbastanza positivamente, il PD sconsiglia vivamente al Governo passi falsi che potrebbero pregiudicarne l’avvio oggi, domani e dopodomani, con grave danno per il Paese: ne hanno urgente bisogno le scuole autonome e anche il sistema di istruzione e formazione professionale, meritoriamente incluso da questo regolamento nel Snv.

Senza (1) ampia condivisione politica e sociale capace di sfatare i miti negativi e creare consenso attorno a un progetto di conoscenza e miglioramento della scuola, anche attraverso l’istituzione di una rendicontazione periodica degli esiti del Snv a diversi soggetti per un’ampia e continua riflessione sui temi della valutazione (cfr. documento PD) (2) forte cultura e competenza nella "scienza della valutazione" da parte dei tecnici chiamati ad avviare il sistema (3) adeguate risorse umane e finanziarie per avvio e funzionamento del nuovo sistema ed effettiva finalizzazione alla conoscenza e al miglioramento della scuola, un regolamento lascerà il tempo che trova o, piú probabilmente, solleverà mille vespai.

Sotto questi profili (1) appare imprudente la scelta del Governo di un "blitz" fra il 9 e il 24 agosto senza adeguata consultazione e comunicazione né con i partiti che lo sostengono né con una scuola provata da anni di ingiurie e salassi (finora l’istruzione ha pagato il prezzo piú alto nel risanamento dei conti pubblici) (2) il Miur non può affrontare l’avvio di questo processo impegnativo prima di aver analizzato e colmato le lacune culturali e tecniche emerse proprio nella "scienza della valutazione" con due recenti e fragorose frane nei concorsi per dirigente scolastico e Tfa: i molti aspetti che nel regolamento restano indefiniti (criteri/indicatori, natura del supporto al miglioramento, della rendicontazione, della valutazione dei dirigenti) si configurano, alla luce dell’esperienza, come una imprudente delega in bianco (3) non è realistico prevedere nuovi compiti per l’Invalsi (definanziato negli anni scorsi e già sofferente rispetto alla missione attuale) o per il corpo degli ispettori (pochi e anziani, e un concorso bloccato da tempo) "a costo zero", come invece ad ogni pié sospinto si legge nel regolamento. Come sarà possibile potenziare le rilevazioni Invalsi, o mandare team di valutatori a visitare migliaia di scuole italiane, senza nuovi oneri per lo Stato, e neppure il ricorso a quel terzo di risparmi della legge 133/2008 originariamente previsti per il miglioramento della scuola, qui mai citati? (cfr. documento PD 2010).

In effetti, a causa di gravi errori contabili e infortuni legislativi del precedente governo, il terzo di risparmi della legge 133/2008 non sarà utilizzato per il miglioramento della scuola e nemmeno per gli scatti stipendiali dei suoi lavoratori (non pagati nel 2011, cfr. rendiconto), per i quali nel 2010 era stato utilizzato. Questa considerazione finale non ha direttamente a che fare con il Snv, ma illustra con un esempio quanto si diceva all’inizio: la scuola è da anni in sofferenza, e ogni disegno riformista che, anziché colmarlo, ignori il gap di consenso e risorse che si frappongono alla sua attuazione è destinato a naufragare, con effetti controproducenti sul presente e sul futuro.

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