“Studiare? Il mio più grande errore. A 27 anni sono una cameriera stagionale”. Lo sfogo di una ragazza fa discutere

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La storia di una ragazza di 27 anni, laureata in legge, giunge alla redazione di Fanpage.it come un grido di dolore e frustrazione. Dopo anni di sacrifici nello studio e la conquista di un titolo con il massimo dei voti, la realtà lavorativa si è rivelata ben diversa dalle aspettative.

La sua esperienza nel mondo degli studi legali, tra stage non retribuiti, mancanza di tutele e diritti, si è conclusa con un licenziamento improvviso e senza spiegazioni. Ora, come cameriera stagionale, trascorre le sue giornate tra turni di 12 ore, stanchezza fisica e l’odore persistente di cucina.

Un percorso di disillusioni

La giovane racconta il suo percorso accademico, intrapreso con entusiasmo e dedizione, credendo che lo studio le avrebbe garantito un futuro migliore. Durante l’università, si è impegnata in diverse attività lavorative per sostenersi, convinta che la sua determinazione l’avrebbe portata lontano.

Purtroppo, la realtà del praticantato legale si è rivelata ben diversa. In tre studi legali, di cui due a Milano, ha sperimentato la mancanza di tutele, l’assenza di uno stipendio e un ambiente lavorativo precario. L’esperienza si è conclusa con un licenziamento improvviso e umiliante, lasciandola senza lavoro e con il cuore spezzato.

La ricerca di un lavoro che non arriva

Nonostante la laurea e l’impegno profuso, la ricerca di un nuovo impiego si è rivelata un’impresa ardua. Le porte delle aziende si sono chiuse, con la motivazione del profilo non in linea o della selezione di altri candidati. Anche gli studi legali, inizialmente entusiasti, sono scomparsi nel nulla.

La giovane si è rivolta ad agenzie di somministrazione, head hunter, adattandosi a lavori diversi da quello per cui aveva studiato e lottato. Ora, come cameriera stagionale, vive la frustrazione di un sogno infranto e la consapevolezza che la fortuna spesso vale più di una laurea.

Un sistema che non funziona

La sua storia è un esempio di un sistema che non funziona, dove anni di studio e sacrifici non garantiscono un futuro stabile e dignitoso. La giovane si interroga sul valore degli studi, sul peso di una laurea che sembra non avere più valore. La sua testimonianza è un grido di allarme, un invito a riflettere sulla condizione dei giovani laureati e sulla necessità di un cambiamento nel sistema lavorativo.

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