Studiare per brevi periodi all’estero durante il percorso scolastico aiuta a migliorare il rendimento al rientro
Tre mesi, un semestre o l'intero anno di studio all'estero a ridosso della Maturità? Non una buona idea per una fetta di genitori e prof preoccupati del rendimento scolastico di figli e alunni al rientro in Italia.
Tre mesi, un semestre o l'intero anno di studio all'estero a ridosso della Maturità? Non una buona idea per una fetta di genitori e prof preoccupati del rendimento scolastico di figli e alunni al rientro in Italia.
Ma un'indagine di Intercultura tra gli studenti che hanno partecipato a un programma all'estero e che hanno appena affrontato l'Esame di Stato sembra fugare questi timori. Su 251 risposte, ben 51 studenti hanno preso il massimo dei voti (100 o 100 e lode) e 67 hanno ottenuto tra 91 e 99 all'esame.
In altre parole, quasi la metà di chi ha risposto ha conseguito risultati brillanti. Tra chi ha risposto, il 14,3% ha riscontrato un miglioramento in tutte le materie, il 62,5%, come prevedibile, nelle lingue straniere, il 27,8% nelle materie umanistiche e il 12,3% in quelle scientifiche. Certo, non è stato facile riallinearsi subito con quanto appreso durante l'anno dai compagni rimasti in Italia, soprattutto in materie come Greco o Latino, anche se – dati alla mano – il 28,9% ha ammesso di avere avuto maggiori difficoltà nelle materie scientifiche, contro il 10% di chi le ha riscontrate in quelle umanistiche. E comunque, il 42,6% afferma di non aver vissuto grosse difficoltà di reinserimento a livello scolastico. Il motivo principale per cui gli studenti che hanno trascorso un periodo di scuola all'estero riescono a rimettersi alla pari è quello legato all'acquisizione delle "competenze trasversali".
Essere lontani da casa, al contatto con una cultura diversa, in una scuola sostanzialmente differente dalla propria, mettendo in discussione quanto appreso finora per adattarsi alle nuove situazioni ha fatto sì – spiega Intercultura – che questi ragazzi abbiano sviluppato, innanzi tutto, una grande apertura mentale (96,8%), una maggiore autonomia di giudizio (63%), capacità di lavorare in gruppo (52,6%), velocità nell'apprendimento (42,3%). In ogni caso, con la maturità ormai archiviata, gli studenti che possono vantare nel loro cv un' esperienza di studio (e di vita) all'estero hanno le idee chiare: l'81% di loro ha deciso di proseguire gli studi all'università, il 7,6% di lavorare e l'8% di prendersi un periodo sabbatico per riordinare le idee.
Tra chi proseguirà gli studi, se la maggior parte rimarrà in Italia, magari fuori sede (il 50,8% di chi ha risposto), un buon 15,3% si è già iscritto a università estere, talvolta nello stesso Paese dove ha trascorso l'anno fuori dall'Italia. Le facoltà più gettonate sono relazioni internazionali (19%), ingegneria (15%), lingue e mediazione linguistica (insieme fanno il 16%), le varie declinazioni di economia, spesso anche in lingua straniera (13%) e poi medicina/psicologia/veterinaria (11%).
Intanto, da oggi è online sul sito di Intercultura il nuovo bando di concorso per i programmi all'estero 2016-17. Quasi 1.900 i posti a disposizione per 60 Paesi di tutto il mondo (new entry di quest'anno le Filippine), riservati agli studenti nati tra il 1 luglio '98 e il 31 agosto 2001. A disposizione oltre 1.000 borse di studio, totali o parziali. Nel frattempo quasi 1.900 ragazzi stanno partendo, scaglionati nel corso di tutta l'estate, per studiare oltre confine: il 35% in Europa, il 22% nel Nord America, il 23% in America Latina, il 14% in Asia, il 5% in Oceania, l'1% in Africa.
"L'indagine di Intercultura sugli studenti che svolgono un periodo di studio all'estero nel penultimo anno delle scuole superiori conferma l'importanza di un'esperienza di crescita personale e culturale che in Italia è ancora poco diffusa e andrebbe fortemente incentivata. Credo, infatti, fermamente nel fatto che, tanto più per generazioni votate alla globalità, aprire la mente a nuove culture, diverse identità e visioni del mondo sia fondamentale". Lo dichiara, in una nota, la deputata e responsabile scuola e università di Forza Italia Elena Centemero.
"Trascorrere alcuni mesi all'estero non comporta problemi al rientro in Italia ma, al contrario, può essere addirittura il volano per far meglio una volta tornati, con maggiori stimoli e consapevolezza", conclude.