Studenti vaccinati in classe e quelli senza vaccino in Dad, scoppia la polemica. Atteso un chiarimento del Ministero sulla questione privacy
Il nuovo decreto anti covid varato dal Consiglio dei Ministri interviene anche sulla scuola. Se da un lato il Governo ha mantenuto la linea delle lezioni in presenza nonostante il quadro preoccupante dei contagi covid, dall’altro ci sono state alcune modifiche sulla gestione delle quarantene e la didattica a distanza.
Infatti, in attesa di leggere il testo definitivo approvato il 5 gennaio dal CdM, sappiamo già che lo stesso Ministero dell’Istruzione ha fornito quanto prevede il nuovo decreto per la scuola.
“Siamo andati incontro alle richieste delle Regioni. Le regioni avevano chiesto che per la scuola superiore dopo tre casi si potesse andare in didattica a distanza, e questo è stato accertato per 10 giorni, un tempo determinato. Anche nel caso della scuola è stata una discussione molto articolata e molto serena, che si è conclusa con l’unanimità. La scelta di fondo è che si torni a una scuola in presenza e in sicurezza. Le misure sono divise in base alle fasce d’età e delle condizioni vaccinali”, ha commentato il Ministro Patrizio Bianchi.
Le misure del nuovo decreto
Per la scuola dell’infanzia, già in presenza di un caso di positività, è prevista la sospensione delle attività per una durata di dieci giorni.
Per la scuola primaria con un caso di positività, si attiva la sorveglianza con testing. L’attività in classe prosegue effettuando un test antigenico rapido o molecolare appena si viene a conoscenza del caso di positività (T0), test che sarà ripetuto dopo cinque giorni (T5). In presenza di due o più positivi è prevista, per la classe in cui si verificano i casi di positività, la didattica a distanza (DAD) per la durata di dieci giorni.
Per quanto riguarda la scuola secondaria di primo e secondo grado fino a un caso di positività nella stessa classe è prevista l’auto-sorveglianza e con l’uso, in aula, delle mascherine FFP2.
Con due casi nella stessa classe è prevista la didattica digitale integrata per coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni, che sono guariti da più di 120 giorni, che non hanno avuto la dose di richiamo. Per tutti gli altri, è prevista la prosecuzione delle attività in presenza con l’auto-sorveglianza e l’utilizzo di mascherine FFP2 in classe.
Con tre casi nella stessa classe è prevista la DAD per dieci giorni.
La polemica: distinzione fra studenti vaccinati e non
La misura prevista nella secondaria di primo e secondo grado che distingue fra studenti vaccinati e non, già ipotizzata nei giorni scorsi, ha scatenato le reazioni da parte politica e sindacale.
Parole molto dure da parte della sottosegretaria all’Istruzione Barbara Flordia: “La previsione contenuta nel decreto uscito dal CdM, di distinguere gli studenti in base al vaccino e mandare in dad solo i non vaccinati, è discriminatoria. Sono delusa dal fatto che si sia giunti a questa conclusione”. E ancora: “È stata varcata una linea pericolosa, perché si è arrivati a distinguere tra studenti in quello che dovrebbe essere il luogo più inclusivo di tutti: la scuola“.
Senza contare, come hanno fatto notare anche nei giorni precedenti presidi e sindacalisti, “si complica in maniera evidente l’attività dei docenti, visto che non è semplice tenere lezioni con parte degli studenti in classe ed altri collegati da casa“.
“La scuola perde la sua missione di luogo di coesione sociale e diventa luogo di divisione sociale per fasce d’età e scelte vaccinali delle famiglie”, ha commentato Marcello Pacifico, leader del sindacato Anief, subito dopo l’approvazione in Cdm del nuovo decreto anti Covid.
“Da domani – aggiunge –regnerà il caos per l’incapacità di dare l’unica risposta giusta che tutti ci aspettavamo: lo sdoppiamento delle classi e l’aumento degli organici”.
Poche ore prima dell’approvazione del decreto sappiamo che l’ipotesi Dad solo per non vaccinati era piuttosto concreta. E il presidente dell’associazione presidi Antonello Giannelli aveva posto le proprie riserve: “La Dad per gli studenti non vaccinati la ritengo discriminatoria anche io perché è chiaro che sulla base di questo diventa molto antipatico effettuare delle scelte”. “Un conto è incentivare la vaccinazione, e su questo sono assolutamente d’accordo e va spinto su questo pedale, un altro è stabilire dei comportamenti diversi nei confronti di questi ragazzi”, ha aggiunto Giannelli.
La privacy: si attende una nota di chiarimento del Ministero
Vi sono perplessità anche legate alla privacy degli studenti, come fa notare la stessa senatrice pentastellata Floridia.
Sulla questione privacy degli studenti sarebbe auspicabile che il Ministero dell’Istruzione nei prossimi giorni fornisca chiarimenti tramite una nota esplicativa. I dirigenti scolastici vorranno sicuramente capire come agire nel caso appunto in cui si verificasse la situazione prevista dal decreto approvato dal Governo il 5 gennaio.