Studenti ucraini: sono più di 27mila, il 21% in Lombardia. Per il prossimo anno “servono aule, docenti e ATA”

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La nuova emergenza guerra in Ucraina impone nuove riflessioni e nuova riorganizzazione anche della scuola. A fianco all’emergenza economica c’è infatti quella che ci riguarda da vicino: gli studenti ucraini profughi, arrivati nel nostro Paese per trovare riparo dalle atrocità della guerra.

Parliamo di 27.323 alunni (dati ministeriali del 23 maggio), di questi – ha ricordato il CSPI nel parere espresso sull’ordinanza relativa alla valutazione e agli esami di Stato degli studenti ucraini – il 21% iscritto alle scuole dell’infanzia, il 46% alle scuole primarie, il 23% alle scuole secondarie di primo grado e il 10% alle scuole secondarie di secondo grado, distribuiti in tutte le
Regioni, con punte del 21% in Lombardia, 12% in Emilia Romagna e 10% in Campania.

Un numero imponente di studenti che invita a fare altre riflessioni: aule e personale scolastico sono sufficienti? Quest’anno scolastico è ormai quasi terminato, occorre quindi guardare al prossimo, sperando che la guerra possa finire il prima possibile. E anche se dovesse finire presto, i ragazzi accolti non potranno forse rientrare nelle aule scolastiche della loro patria.

Il Governo ha messo in atto una serie di iniziative e di risorse per l’accoglienza degli studenti ucraini. Nel Piano estate una parte di attività è stata prevista proprio per questi alunni.

L’allarme arriva dalla vicesindaca di Rimini, Chiara Bellini: “Se i numeri resteranno quelli attuali, i minori da inserire saranno circa 800 e sarà necessario reperire per loro spazi, docenti e personale ausiliario, nonché potenziare i servizi aggiuntivi, a partire dalla mensa e dal trasporto scolastico“. “E’ una questione molto sentita da parte di tutti i comuni e Rimini si è fatta portavoce dell’intero territorio“, dice Bellini a Il Resto del Carlino.

Nell’ordinanza del 4 giugno, che prevede una serie di misure per gli studenti ucraini, il Ministero guarda al prossimo anno scolastico. L’articolo 7 è dedicato alle “Misure organizzative per l’avvio dell’anno scolastico 2022/2023”. Si tratta di misure che riguardano la scelta della scuola e l’orientamento, nulla si dice invece su aule e personale.

Aule e personale insufficienti sono stati messi in rilievo dall’emergenza pandemica. Un problema che già c’era e che il Covid ha soltanto evidenziato. Per porre rimedio a questa insufficienza è stato disposto l’organico straordinario Covid. Con l’emergenza guerra come possono essere sufficienti gli attuali numeri di organici?

Spazi, docenti e ATA non sono la sola mancanza. Gli studenti arrivano da contesti completamente diversi, lingua e cultura molto differenti. La Flc Cgil, commentando la recente ordinanza 156, rileva infatti “che per rendere efficace l’apprendimento e la preventiva rilevazione dei livelli conseguiti, la comunicazione dovrebbe avvenire in ucraino, nella lingua madre degli studenti, i quali, oltre al trauma di provenire da una zona di guerra, si trovano trapiantati in contesti a loro totalmente estranei, anche dal punto di vista linguistico“. Per questo il sindacato ha chiesto di reperire “specifiche risorse per mediatori linguistici“.

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