Studenti sparano pallini sulla docente, un genitore: “Dopo 9 mesi continua a cavalcare l’onda mediatica sul caso, noi ci siamo scusati subito ed eravamo pronti alla bocciatura”

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In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il padre di uno degli studenti protagonisti di un gesto deplorevole alla professoressa Maria Cristina Finatti dell’Itis Viola Marchesini di Rovigo, ha deciso di far sentire la sua voce.

Adirato per le continue dichiarazioni della docente che asseriscono un mancato pentimento e mancate scuse da parte del figlio, l’uomo ha minacciato di intraprendere azioni legali per diffamazione e danni morali.

Riconoscendo l’errore commesso dal figlio, il padre ha ribadito che la famiglia ha accettato senza interferire le decisioni prese dalla scuola, ma ora si sente costretta a rispondere alle accuse dell’insegnante. Questa, secondo lui, starebbe diffondendo notizie non veritiere al fine di influenzare l’opinione pubblica.

Nell’intervista, il padre ha evidenziato l’ombra del bullismo tra i compagni di classe. Ha dichiarato che il figlio ha sparato i pallini, dopo essere stato “plagiato” e “bullizzato”, per paura di attirare l’attenzione del gruppo su di sé. Inoltre, ha affermato che le scuse furono inviate alla docente via email e per telefono, lo stesso giorno dell’accaduto, e poi ripetute di persona.

A distanza di nove mesi dall’evento, il padre si difende e attacca, sostenendo che il figlio subisce quotidianamente un “massacro mediatico”, con gravi danni morali. La situazione ha portato a isolamento sociale del giovane e a prese in giro ai fratelli minori. La professoressa, trasferita in un’altra classe a fine ottobre, non può comprendere la situazione secondo l’uomo.

Il padre lancia una provocazione: nonostante il figlio non fosse iscritto ai social media al momento dei fatti, la professoressa lega l’accaduto al desiderio di visibilità e follower dei ragazzi. Allora, chi è davvero a caccia di visibilità? La questione rimane aperta, alimentando la controversia ancora in corso.

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