Studenti sospesi per 30 giorni con obbligo di lavori utili. I genitori contestano: “La misura non era inclusa nel regolamento scolastico”. La vicenda finisce in tribunale
In un liceo di Pistoia, una storia di bullismo che affonda le sue radici nel 2019 torna a far discutere. Il caso è quello di una studentessa vittima di un atto umiliante, immortalato dagli smartphone dei compagni di scuola.
Ma è la risposta dell’istituto a sollevare nuove polemiche, tra misure disciplinari contestate e accuse rivolte alla dirigenza.
Secondo quanto riportato da La Nazione, il liceo ha adottato sanzioni contro due studenti, sospesi per 30 giorni con obbligo di lavori utili. Questa punizione è stata subito contestata dai genitori, che hanno sollevato dubbi sulla sua legittimità, sottolineando che la misura non era inclusa nel regolamento iniziale della scuola.
Un processo è ora in corso contro l’ex dirigente del liceo e la sua vicaria, accusate di falso in atto pubblico. La preside è anche imputata per diffamazione e violazione del segreto di ufficio. La contestazione verte sulla modifica al “Regolamento disciplinare” all’interno del Ptof (Piano Triennale dell’Offerta Formativa), apportata dopo l’emissione delle sanzioni.
Durante il processo, è emerso che tale modifica è stata confermata anche dall’amministratore del sito del liceo, mentre il consulente informatico della procura e altri testi hanno sottolineato la discrepanza tra la versione originale e quella modificata del regolamento.
Se da una parte l’avvocato della preside sostiene che la misura era già stata discussa e approvata in precedenza, i verbali cartacei sembrano supportare questa tesi. Ma la questione rimane aperta e il processo riprenderà il 24 ottobre.