Studenti siciliani contro Peppino Impastato: “Divisivo” per le sue idee politiche. Gramellini: “Ma se non è un eroe, chi lo è?”
Un liceo di Partinico, in Sicilia, è al centro di una accesa polemica. La maggioranza degli studenti ha bocciato la proposta di intitolare la scuola a Peppino Impastato, giornalista e attivista ucciso dalla mafia nel 1978. La motivazione? Impastato sarebbe “divisivo” per la sua appartenenza politica, essendo un militante comunista.
Il giornalista Massimo Gramellini è intervenuto sulla vicenda durante la trasmissione “In Altre Parole” in onda su “La 7”. “Se non è un eroe degli adolescenti un figlio di un mafioso che si ribellò al padre che lo cacciò di casa, chi può esserlo?”, ha affermato Gramellini.
Secondo Gramellini, la contrarietà degli studenti deriva da una eccessiva attenzione alla “correttezza politica”. “Adesso ci siamo diventati così politicamente corretti che qualunque presa di posizione ci dà fastidio”, ha detto.
Gramellini ha poi sottolineato l’importanza dell’acculturazione per una democrazia solida. “Una delle ragioni per le quali una democrazia sta in piedi e resiste alle scosse è il livello di acculturazione dei suoi cittadini”, ha affermato, citando un articolo di Sabino Cassese sul Corriere della Sera.
Per Gramellini, Peppino Impastato rappresenta un eroe scomodo per la sua integrità e il suo coraggio. “Era figlio di un mafioso, si ribellò al padre che lo cacciò di casa. Ma se non è un eroe degli adolescenti uno così, ma chi può essere un eroe?”, ha concluso.
La polemica ha acceso il dibattito su possibili alternative. La proposta di intitolare la scuola al giudice Rosario Livatino, anch’egli vittima di mafia, è stata avanzata come soluzione meno “divisivo”.
Al di là delle divisioni, Gramellini ha ribadito l’importanza di unire le forze nella lotta contro la mafia. “Chi combatte la mafia dovrebbe unire, a prescindere”, ha affermato.