Studenti promossi con 9 in condotta. Novara: “Giusto così, la scuola deve recuperare”. Crepet: “Cattivo esempio, iniziativa amorale”

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Il mondo dei pedagogisti si schiera a favore della decisione degli organi collegiali dell’istituto tecnico di Rovigo di non far ripetere l’anno ai due giovani che hanno sparato dei pallini in faccia alla professoressa.

Sul Fatto Quotidiano, Daniele Novara, Raffaele Mantegazza e lo psicologo Gustavo Pietropolli Charmet richiamano l’attenzione sul “dovere della scuola di sviluppare la competenza educativa senza escludere nessuno”. Non considerano la non ammissione come una pena, ma come un’opportunità per i ragazzi di recuperare il rispetto per l’autorità.

Daniele Novara, esperto di conflitti, si oppone all’idea di bocciature in generale e, in questo caso specifico, alla non ammissione come punizione. Secondo Novara, se la professoressa ha posto denuncia, il percorso legale si svolgerà in tribunale. La scuola, invece, dovrebbe essere il luogo in cui i giovani possono recuperare la mancanza di rispetto per l’autorità. Novara individua i genitori come la radice del problema, sottolineando la loro responsabilità nell’educare i figli.

L’unico a dissentire è Paolo Crepet, noto psicologo, che definisce la promozione dei ragazzi un’iniziativa amorale. Crepet considera il nove in condotta un capolavoro ironico della scuola, sottolineando che la promozione con un voto positivo nel comportamento ha dato un cattivo esempio non solo agli autori del reato, ma a tutti gli studenti dell’istituto di Rovigo. Crepet mette in guardia sul rischio che gesti simili possano ripetersi in futuro.

La questione solleva interrogativi sulle punizioni scolastiche e sul ruolo dei genitori nell’educazione dei giovani.

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