Studenti promossi con 9 in condotta, Galiano: “Se hanno avuto un percorso di crescita, il voto ci può stare”

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Enrico Galiano ha espresso le sue riflessioni sulla questione del controverso 9 in condotta assegnato agli studenti dell’Istituto Superiore Viola Marchesini di Rovigo.

Il caso, che ha suscitato ampio dibattito, è stato oggetto di un intervento del Ministro Valditara, che ha richiesto la riconvocazione del Consiglio di classe dopo una visita ispettiva.

Secondo Galiano, il voto in condotta è una valutazione di un percorso, non il martelletto di un giudice. “Che cosa sappiamo di quella storia? Conosciamo quei ragazzi? Sappiamo se dopo quella storia hanno fatto un percorso, hanno dimostrato o no di aver compreso? Eravamo nel loro consiglio di classe?” si chiede il professore, sottolineando l’importanza di evitare giudizi superficiali.

Il docente insiste sul fatto che il voto in condotta, come tutti gli altri voti, ha uno scopo educativo, non punitivo. Se un individuo commette un errore una volta, non dovrebbe essere etichettato per tutta la vita in base a quell’errore. “Pretendere “un segnale”, una punizione, un voto basso in condotta, significa dimenticare che quel voto ha uno scopo educativo,” sostiene.

In merito al caso specifico a Rovigo, Galiano mette in evidenza che la valutazione in questione sarebbe assurda solo se gli studenti fossero rimasti gli stessi irresponsabili e violenti di allora. Tuttavia, se hanno dimostrato di aver fatto un percorso di crescita, il 9 in condotta potrebbe essere giustificato.

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