Studenti plusdotati, in Italia sono l’8%. La Lega presenta disegno di legge: tra le misure formazione per i docenti per riconoscere gli alunni con alto potenziale cognitivo
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Il disegno di legge depositato dal senatore della Lega, Roberto Marti, presidente della Commissione Cultura del Senato, punta a far sì che la scuola del Merito voluta dal governo Meloni si prenda cura dei “piccoli geni”, quegli studenti “plusdotati” che spesso rischiano di essere penalizzati nelle classi.
Cosa prevede il disegno di legge
- Interventi strutturati: L’articolo 1 del ddl chiede di prevedere interventi strutturati finalizzati all’inclusione scolastica degli alunni con alto potenziale cognitivo, per permettere il migliore sviluppo delle loro potenzialità.
- Formazione dei docenti: Si prevede una sperimentazione triennale che, nel primo anno, prevede un’attività di formazione rivolta ai docenti-tutor per l’acquisizione di specifiche competenze utili a:
- Riconoscere gli alunni con alto potenziale cognitivo.
- Valorizzare questi alunni attraverso la definizione di buone pratiche, metodi, tecniche e strategie didattiche che ne favoriscano l’inclusione.
- Selezione dei progetti: Nel biennio successivo, si prevede la selezione e l’attivazione dei progetti presentati dalle scuole di ogni ordine e grado del sistema nazionale di istruzione interessate a partecipare alla sperimentazione.
- Monitoraggio e valutazione: Il tutto sarà monitorato dal Ministero dell’Istruzione, tramite un Comitato tecnico-scientifico appositamente istituito. Alla fine del triennio, il Ministero presenterà alle Camere una relazione sull’attività svolta e sui risultati conseguiti, a partire dalla mappatura dei “piccoli geni” che frequentano le classi italiane.
Perché è importante?
I “piccoli geni”, circa l’8% degli studenti hanno un quoziente intellettivo superiore alla media e dimostrano capacità di apprendimento e curiosità intellettuale molto sviluppate. Se non adeguatamente seguiti e stimolati, possono trovarsi in una condizione di solitudine e nascondere la propria intelligenza o, addirittura, esprimere la propria curiosità con comportamenti iperattivi dannosi per sé o per gli altri.