Studenti in piazza contro il Ministero: “Rifiuta il dialogo”. Sicurezza delle scuole, ridimensionamento e crescita dell’ansia scolastica i punti critici
Con il ritorno in classe dopo le vacanze natalizie, l’Unione degli Studenti ha dato il via a una serie di manifestazioni e flash mob in diverse città italiane. L’obiettivo è contestare le politiche del ministro Valditara e del governo guidato da Giorgia Meloni.
Richieste al Ministro e accuse di mancato dialogo
In concomitanza con le proteste, gli studenti hanno rinnovato l’invito al ministro Valditara a istituire un tavolo di confronto e a convocare il forum delle associazioni studentesche rappresentative. Secondo Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti, il Governo e il Ministro avrebbero ignorato le richieste avanzate nella manifestazione del 15 novembre, che aveva visto la partecipazione di migliaia di studenti in tutta Italia.
“Il Ministro – ha dichiarato Martelli – si è rifiutato di sedersi a un tavolo con le organizzazioni studentesche del Paese. È evidente che questa mancanza di dialogo sta producendo solo risultati negativi.”
Per il mese di febbraio, l’Unione ha convocato un’assemblea nazionale studentesca, invitando a partecipare sindacati, collettivi e altre realtà studentesche presenti nel Paese.
Le criticità denunciate dagli studenti
Tra i problemi principali evidenziati dall’Unione degli Studenti, emergono diversi segnali di allarme sul sistema scolastico italiano:
- i 69 crolli registrati nelle scuole nel 2024;
- il calo nel numero di istituti a seguito del ridimensionamento scolastico;
- l’aumento di casi di disturbi del comportamento alimentare tra gli studenti;
- il crescente bisogno di supporto psicologico legato all’ansia scolastica.
Edifici scolastici vecchi: i rischi e le risorse stanziate dal Ministero
Uno studio del Centro Studi Orizzonte Scuola ha analizzato 50.689 strutture scolastiche, rivelando che:
- 2.480 edifici sono stati costruiti prima del 1900, con province come Genova, Torino e Napoli che registrano il maggior numero di queste strutture storiche;
- il periodo di maggiore attività edilizia scolastica si colloca tra gli anni ’60 e ’80, con un picco negli anni ’70, durante il quale sono stati edificati 29.277 edifici;
- dal 1990 ad oggi, sono stati costruiti circa 9.472 edifici, rappresentando solo il 19,36% del totale analizzato;
- Le regioni con l’età media degli edifici più elevata sono la Liguria (85,11 anni) e il Piemonte (71,12 anni), mentre il Molise e la Sardegna presentano le età medie più basse.
Questi dati evidenziano un patrimonio edilizio scolastico prevalentemente vetusto, con oltre il 40% delle scuole costruite più di 60 anni fa. Ciò ha implicazioni per la sicurezza dell’edilizia scolastica. Infatti, l’età avanzata degli edifici comporta diverse criticità:
- adeguamento sismico: molte scuole sono state edificate prima dell’introduzione delle normative antisismiche, rendendole vulnerabili in caso di terremoti;
- certificazioni mancanti: una significativa percentuale di edifici scolastici manca di certificazioni fondamentali, come l’agibilità e la prevenzione incendi;
- manutenzione insufficiente: la carenza di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria aggrava il degrado delle strutture, aumentando i rischi per studenti e personale.
A tal proposito, il Ministero ha definito, lo scorso Novembre, le modalità di utilizzo delle risorse del Fondo Unico per l’edilizia scolastica e ha stanziato 61 milioni di euro per l’adeguamento strutturale e antisismico degli edifici del sistema scolastico e per la costruzione di nuovi immobili sostitutivi degli edifici esistenti, laddove indispensabili a sostituire quelli a rischio sismico.
Disagio psicologico: le cause e cosa sta facendo il Ministero
Tra le criticità espresse dal sindacato studentesco, centrale è la questione del disagio psicologico. L’eccessiva pressione legata alle prestazioni scolastiche, i fenomeni di esclusione e bullismo, il sovraccarico didattico e la mancanza di supporto psicologico possono essere individuate come cause profonde di questo fenomeno in crescita tra gli studenti.
Allo scopo di fornire una prima risposta istituzionale, la legge di bilancio 2024 ha previsto l’istituzione di presìdi territoriali di esperti psicologi a supporto delle istituzioni scolastiche, con una dotazione di 10 milioni di euro per il 2025 e 18,5 milioni di euro annui a partire dal 2026.
Questi presìdi avranno il compito di fornire assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counseling nelle scuole, supportando iniziative per contrastare la povertà educativa e l’abbandono scolastico, prevenendo il disagio psicologico e le difficoltà relazionali. Inoltre, saranno avviati percorsi di educazione all’affettività e sviluppo delle competenze trasversali, riconoscendo il lavoro svolto dagli esperti psicologi.
Il decreto attuativo, che definirà le modalità di erogazione del servizio, sarà emanato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, in concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentiti il Ministro della Salute e il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi. Questo intervento rappresenta un passo significativo verso la creazione di una rete di supporto psicologico nelle scuole italiane, riconoscendo l’importanza di affrontare il disagio psicologico degli studenti in modo strutturato e continuativo.