Studenti in difficoltà, al liceo Berchet genitori contro i docenti: “Metodi dell’800, severità non necessaria e diffusa mancanza di ascolto”

Al liceo Berchet di Milano emergono difficoltà da parte degli studenti. Si evince dai risultati di un sondaggio, a cui hanno risposto in 533, ovvero oltre la metà del totale.
Dall’indagine, si legge su La Repubblica – che chiedeva agli allievi di dare punteggi da uno a cinque su diverse questioni – emerge che oltre la metà di chi ha partecipato soffre di stress e ansia a causa della scuola, che il 53 per cento sente una forte pressione da parte degli insegnanti e che il 57 per cento non affronta con serenità le prove orali e scritte.
Grande attenzione bisogna prestare ai 56 studenti che a settembre hanno lasciato la scuola, chi per un trasferimento ad un altro istituto, chi per andare in un altro liceo classi. Ma ci sono anche gli studenti che si sono ritirati.
“Il numero dei trasferimenti è sempre stato abbastanza elevato, ma rispetto ai circa 50 dello scorso anno c’è un leggero aumento. Ci sono delle fragilità che stiamo già tentando di affrontare“, spiega il preside del liceo Domenico Guglielmo.
In risposta alla petizione, i docenti affermano che l’immagine del Liceo Classico Berchet emersa negli ultimi giorni non è veritiera. Gli insegnanti sottolineano che stanno affrontando la fragilità dei ragazzi attraverso iniziative didattiche e un supporto psicologico.
Vanno in un’altra direzione le voci di alcuni genitori. “Mia figlia ha scelto il Berchet con entusiasmo, ma si è rivelato un errore. Ci siamo ritrovati davanti a un modo di insegnare ottocentesco, a una severità non necessaria e a una diffusa mancanza di ascolto” racconta un genitore, che attribuisce molte responsabilità al Covid: “Non so come fosse questa scuola prima. La pandemia ha sconvolto la vita di tutti e noi adulti, genitori e insegnanti, non siamo in grado di dare una risposta all’altezza e di prenderci le nostre responsabilità. I ragazzi hanno vissuto una guerra, non si può far finta di nulla”.