Studenti in Dad già al primo positivo in classe, mancano i tamponi: a Torino scuole in affanno

Secondo il ministro Bianchi il rientro a scuola dalle vacanze di Natale non è stato un “disastro”, e i disagi verificatisi sono differenziati. A Torino risulta invece difficile rispettare le nuove norme sulle quarantene perché mancano i tamponi. E così i presidi come forma di autotutela attuano la Dad già dal primo positivo e non dal terzo come stabilito da decreto del 7 gennaio scorso.
Alla scuola secondaria di primo e secondo grado differenze quarantena tra alunni vaccinati e non vaccinati.
Più precisamente, per gli alunni che abbiano concluso il ciclo vaccinale primario e per i quali la vaccinazione o la guarigione dal Covid-19 sia avvenuta da meno di 120 giorni o sia stata somministrata loro la dose di richiamo, si prevede:
- attività didattica: in presenza con l’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 per almeno 10 giorni; si raccomanda di non consumare pasti a scuola a meno che non possa essere mantenuta una distanza interpersonale di almeno due metri;
- misura sanitaria: Auto-sorveglianza.
Per gli altri soggetti, non vaccinati o non guariti, si applica la didattica digitale integrata per la durata di dieci giorni.
Ma trovare il tampone zero per tutta la classe a Torino è diventata un’impresa ardua – riferisce La Stampa-, e così si va in dad già con un positivo.
L’azienda sanitaria però precisa: “A riscontro della segnalazione di un caso Covid positivo da parte di una scuola, si notifica alla dirigenza una disposizione molto chiara. Ossia l’immediato inizio di periodo di auto-sorveglianza attiva, con uso delle mascherine Ffp2 per 10 giorni sia a scuola sia fuori”. “La notifica che noi inoltriamo – rimarca l’azienda sanitaria –, non riguarda alcuna richiesta di attivare la didattica a distanza al primo positivo, bensì l’applicazione puntuale della normativa in vigore”.
“I tamponi sono l’urgenza assoluta. È ora di smettere con i proclami, vanno pianificate le risorse quando ci sono delle procedure da fare”, dice Maria Antonietta Roma, preside del Baricco. “Se ci mettiamo gli scrutini che sono ora in corso tutte le risorse sono impegnate. È difficile pensare di reggere ancora se la situazione peggiorerà”, spiegano i dirigenti scolastici.