Studenti e pranzo da casa, anche a Milano l’apartheid alimentare. Costretti a mangiare in stanze separate

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Negata ai bambini che portano il pranzo da casa di poter mangiare in refettorio con gli altri compagni, succede a Milano.

Dopo Torino, anche Milano vieta ai bambini delle famiglie che hanno deciso di nutrire i propri figli non utilizzando il cibo da mensa di poter stare insieme ai compagni in refettorio.

La notizia è data dal Corriere della Sera che parla di “stanza del panino” e di bambini delle elementari allontanati dai propri compagni proprio nel momento della giornata scolastica in cui si può meglio socializzare.

Una scelta criticabile quella del Comune di Milano che ha avanzato quale motivo la responsabilità sanitaria dell’ATS e che ha potere di “opporsi al consumo promiscuo” in mensa, mentre resta al dirigente la responsabilità dei pasti che arrivano da casa.

Quindi, chi mangia cibo da mensa frequenta il refettorio, gli altri mangiano nelle aule, lontano dai compagni.

Sulla questione è intervenuto l’assessore all’istruzione della Lombardia, Valentina Aprea, che ha parlato apertamente di discriminazione e ha annunciato un tavolo per risolvere la questione.

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