Studenti contro Dad a Torino: “Non ne possiamo più”
“Non ci sono dati che dimostrino come a scuola avvengano più contagi, eppure continuano a tenerci a casa e non ne possiamo più”.
Così Maia, studentessa del terzo anno del liceo classico Gioberti di Torino, che stamattina, insieme ad altri compagni delle superiori e studenti delle medie, è tornata a protestare contro la Didattica a distanza in piazza Castello, sotto la sede della Regione Piemonte.
“I cosiddetti esperti dicono da un anno le stesse cose, ma nessuno ha niente e noi ci ritroviamo fuori dalle classi”, aggiunge. “Certo che siamo arrabbiati. Nella mia scuola non ci sono praticamente casi di Covid”.
“Chiudono le scuole, ma non ci dicono perché. Meglio un lockdown totale che chiudere solo la scuola. Avrebbe più senso”, dice Anita, la dodicenne che con il suo esempio ha ispirato la protesta contro la didattica a distanza in tutta Italia.
“Dopo un anno – spiega Carola Messina, referente torinese di Priorità alla scuola – siamo nella stessa identica situazione, con danni incredibili ai ragazzi e alle ragazze. Non ci sono congedi, né
sostegni per le famiglie: il peso del welfare familiare è sulle spalle delle donne, sono loro a rimanere a casa in queste situazioni e mi pare non sia una grande conquista il giorno della festa della donna”,
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