Studenti che al termine della scuola hanno competenze insufficienti: cala la dispersione implicita. Lo dice l’Invalsi
Non solo notizie non incoraggianti arrivano dall’Invalsi: mentre da alcune settimane si commentano i dati dell’ultimo rapporto che ha messo in evidenza molte difficoltà degli studenti italiani, lo stesso istituto evidenzia anche altri fenomeni stavolta positivi. Come la dispersione implicita.
Questa dispersione implicita, in base a quanto riporta l’Invalsi, è in diminuzione. Ma cos’è la dispersione implicita? Si tratta di quel fenomeno che riguarda quegli studenti che non raggiungono i livelli di competenza previsti al termine del percorso di studi. Come conseguenza queste ragazze e questi ragazzi rischiano di trovarsi dopo la scuola in condizioni di esclusione sociale a causa di un bagaglio di competenze insufficiente.
Quest’anno, il rapporto Invalsi, segna come in diminuzione tale percentuale di studenti: dal 9.7% del 2022 all’8.7% di quest’anno.
Molto positivo è il fatto che la diminuzione di questo fenomeno è evidente soprattutto nelle regioni del Sud e Sud e Isole.
Un altro dato incoraggiante, sottolinea l’Invalsi, che ci dice come il contrasto alla dispersione implicita abbia compiuto progressi apprezzabili e promettenti arriva dai risultati rilevati su un campione di 554.000 ragazzi che hanno fatto l’esame conclusivo della secondaria di primo grado nel 2018.
Il 72,3% di questi studenti ha sostenuto l’esame di Stato del ciclo secondario. Il 27,7% ha fatto perciò altre scelte o è indietro nel percorso di studi a causa di bocciature.
L’abbandono degli studi riguarda il 10,4% dei giovani, una percentuale che si avvicina moltissimo alla soglia del 10% posta dall’Agenda 2020 dell’Unione Europea.