Studenti. Autovalutazione scuole: basta competizione
Unione degli Studenti – È di questa mattina il comunicato stampa con cui il MIUR annuncia le ultime novità del Sistema nazionale di valutazione (SNV), che sarà mandato a regime entro l’anno scolastico 2016/2017. Secondo la nota ministeriale, luglio 2015 sarà la scadenza che tutti gli istituti (paritari e statali) dovranno rispettare per la produzione e la pubblicazione del loro primo rapporto di autovalutazione con gli obiettivi di miglioramento.
Unione degli Studenti – È di questa mattina il comunicato stampa con cui il MIUR annuncia le ultime novità del Sistema nazionale di valutazione (SNV), che sarà mandato a regime entro l’anno scolastico 2016/2017. Secondo la nota ministeriale, luglio 2015 sarà la scadenza che tutti gli istituti (paritari e statali) dovranno rispettare per la produzione e la pubblicazione del loro primo rapporto di autovalutazione con gli obiettivi di miglioramento.
“Veniamo a sapere tramite mezzo stampa che l’INVALSI fornirà a tutti gli istituti d’Italia indicatori comuni e comparabili per autovalutarsi, utili all’individuazione delle scuole da sottoporre a verifica esterna da parte del nucleo di valutazione (ispettori e un esperto esterno scelto dall’INVALSI).” dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti. “*Nonostante già all’interno del Piano scuola abbiamo visto il timido tentativo di negare che il Sistema nazionale di valutazione si sostanzi di competizione e classifiche, il voler “sostenere la scuola che si impegna di più per migliorare” si traduce nella consuetudine a premiare la scuola che risulta migliore. Basti pensare che sempre all’interno del Piano scuola si legge che parte del finanziamento del MOF per l’offerta formativa sarà allocato su base premiale a seconda dell’esito del piano triennale di miglioramento che la singola scuola è tenuta ad elaborare e perseguire. Il sistema nazionale di valutazione che intendono mettere in campo non farà sconti a nessuno: anche i dirigenti scolastici verranno retribuiti in maniera premiale sulla base dei risultati che la scuola di cui fa parte raggiungerà nell’ambito del proprio piano di miglioramento”
“I concetti di ispezione, controllo e rendicontazione sono ricorrenti nella riforma Renzi-Giannini, ma vengono mascherati dalla retorica della trasparenza e della qualità. Il sistema nazionale di valutazione che si intende mettere in campo altro non è che l’espressione del progetto neo-liberale introdotto già nell’università e nella ricerca con la riforma Gelmini.
Dietro il concetto stesso di “piano di miglioramento” si cela in realtà un meccanismo più subdolo secondo cui, in vista della premialità, si inducono docenti e dirigenti scolastici a impegnarsi nella diffusione dei valori della nuova governance” aggiunge Lampis. “*Siamo stanchi di dover assistere a dei tentativi di riforma del sistema di valutazione che vengono spacciati come innovativi e che invece ripropongono una valutazione intesa come strumento di controllo e di punizione.
Da anni chiediamo una valutazione che sappia contribuire alla crescita individuale e collettiva, slegata dalle logiche di competitività e di mercato che la contraddistinguono attualmente. Da anni chiediamo che le nostre scuole diventino il luogo di sperimentazione di nuove forme di valutazione, prima fra tutte il meccanismo dell’autovalutazione che può essere virtuoso solo se considerato in una prospettiva di ricerca didattica e pedagogica, per arginare e contrastare la deriva competitiva che avanza nelle nostre scuole.”
"Anzichè imporre piani di miglioramento alle singole scuole, andrebbero reintegrati gli 8 miliardi di tagli della riforma Gelmini e bisognerebbe investire complessivamente sulla qualità della formazione in Italia. Non accettiamo questo modello di valutazione e il 10 ottobre scenderemo in piazza contro la classificazione delle scuole, contro le logiche di premialità e di competitività all’interno dei luoghi di formazione, per un’istruzione pubblica, gratuita e di qualità!" conclude Lampis.